Giovedì prossimo 29 gennaio verrà presentato in contemporanea in 5 città italiane (Milano, Bologna, Napoli, Bari, Palermo) il manifesto #5buoneragioni per accogliere i bambini e i ragazzi che vanno protetti, approvato dall’associazione Agevolando, dal Cismai, dal Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca), dal Coordinamento Nazionale Comunità per Minori (Cncm), dal Progetto Famiglia e SOS Villaggi dei Bambini.
In ognuna di queste città verrà organizzato un incontro con la stampa per far conoscere all’opinione pubblica i volti, le esperienze e i numeri che riguardano il lavoro di tutela dell’infanzia, lavoro che richiede, nei casi più gravi, un intervento di protezione dei bambini attraverso l’allontanamento dalla propria famiglia. Agli incontri parteciperanno anche numerosi addetti ai lavori: esponenti delle istituzioni locali, magistrati minorili, assistenti sociali, operatori.
L’obiettivo principale dell’iniziativa è quello di dare una giusta informazione rispetto ai percorsi di tutela ed in particolare agli interventi di protezione fuori dalla famiglia. Da alcuni anni infatti c’è in atto una campagna sia stampa che televisiva, come la recente trasmissione sugli allontanamenti, che, attraverso informazioni parziali e scorrette, propone una visione non veritiera e pericolosa. Infatti amplifica in maniera strumentale dolorose vicende di bambini e adolescenti che vivono gravi problemi nelle loro famiglie, senza coglierne la complessità ma semplificando per colpire l’opinione pubblica e attaccare il sistema di protezione.
Le accuse ai servizi sociali, ai Tribunali per i Minorenni e alle comunità sono molto gravi: di allontanare i bambini dalle famiglie povere e di fare mero business sulla pelle delle famiglie e dei bambini, gettando discredito e di fatto svilendo l’intero sistema di tutela all’infanzia del nostro paese.
Il rischio è che tali campagne di informazione influenzino e supportino azioni politiche, come quella volta a smantellare il Tribunale per i Minorenni, nei confronti delle quali il Cismai, insieme con il Garante all’Infanzia, l’AIMMF e altre importanti Associazioni, ha già espresso e continuerà ad esprimere una decisa posizione contraria.