LA RICADUTA SULLE DONNE E BAMBINI VITTIME DI VIOLENZA DOMESTICA DELL’EPIDEMIA

casa delle donne

Esperienza della Casa delle donne per non subire violenza di Bologna

L’ Associazione gestisce 3 appartamenti per l’ospitalità in emergenza di donne e bambini/e ad alto rischio di femminicidio, tre case rifugio ad indirizzo riservato e 8 alloggi di transizione Attualmente abbiamo 31 ospiti (di cui 14 donne e 17 bambini/e).“Normalmente” e’ prevista la presenza giornaliera di operatrici che si occupano di affiancare le donne nel riconoscimento della violenza vissuta e nella ri-costruzione di un percorso di vita libero dalla violenza, e un’educatrice che si occupa di sostenere e affiancare mamme e bambini sul versante educativo/sociale e di elaborazione dei vissuti traumatici.

Attualmente con le normative per la limitazione della diffusione del virus sono state apportate delle modifiche sia al tempo di presenza in casa che alle modalità di presenza, nonchè dei presidi di protezione necessari. Le attività educative che prima erano quotidiane e continuative, individuali o in piccolo gruppo, attualmente sono state dilatate e modificate nelle modalità di realizzazione e negli obiettivi.

Le ricadute dell’epidemia sulla vita delle donne e dei bambini/e ospiti, dalle nostre osservazioni, allo stato attuale, risultano su più livelli:

  • Livello EMOTIVO: l’attuale situazione determina angoscia, paura, senso di colpa, preoccupazione, impotenza, paura dell’altro/a, riduzione del senso di controllo ed una grande incertezza nel “futuro”(quanto durerà questa situazione..), emozioni già ampliamente presenti nelle donne e nei bambini/e vittime di violenza come esito della traumatizzazione, andando a creare quadri psicologici ed emotivi che necessitano di contenimento e rassicurazione.
  • ISOLAMENTO: strategia protettiva adottata per la fuoriuscita dalla violenza, è attualmente aggravata da un isolamento imposto a livello sociale per combattere l’epidemia. Per paura del contagio si evidenzia la diminuzione dei contatti tra le donne ospiti conviventi e di conseguenza anche i bambini trascorrono molto più tempo nella loro camera, anziché usare gli spazi comuni, limitando ulteriormente le poche relazioni possibili.
  • RESPONSABILITÀ EDUCATIVA: le donne si trovano ad affrontare tale nuova complessità da sole con un’amplificazione del peso legato alla responsabilità educativa, trattandosi di gestire un’emergenza nell’emergenza. La presenza delle operatrici ed il supporto quotidiano è mantenuto, ma con tempi e modalità differenti secondo le indicazioni del DPCM, per la riduzione del rischio di contagio.
  • SPIEGARE AI/ALLE BAMBINI/E COSA STA SUCCEDENDO: abbiamo dedicato momenti specifici per spiegare ai bambini e alle bambine, insieme alle mamme, cosa sta succedendo anche attraverso l’utilizzo di strumenti digitali e piccoli video che ci hanno supportato e facilitato questo compito. Questo aspetto è risultato molto complesso con le donne e i bambini/e stranieri (o molto piccoli) e che non conoscono l’italiano o altra lingua perché riduce la nostra capacità di comprendere e verificare cosa hanno compreso e contenere l’ansia.
  • CHIUSURA SCUOLE: La chiusura delle scuole ha portato ad un cambiamento sistematico delle routine dei/delle bambini/e ospiti. La scuola rappresentava uno dei pochi punti fermi, contenitivi e di “normalità”, in quanto la loro routine aveva già subito un cambiamento significativo, a causa dell’allontanamento dalla loro casa per motivi di protezione. Se inizialmente la chiusura delle scuole e l’isolamento imposto dal DPCM sono stati vissuti come un tempo “sospeso di vacanza”, con il passare del tempo, questo “sospeso senza un termine sicuro”, ha generato un profondo senso di solitudine e la riattivazione di vissuti di RECLUSIONE già legati alla situazione traumatica da cui i nuclei ospitati scappavano. La chiusura delle scuole per le mamme ospiti nelle case rifugio rappresenta l’amplificazione di problematiche dettate sia dalla convivenza costante di più bambini/e e più nuclei traumatizzati, sia dalla gestione delle attività didattiche attraverso strumenti digitali e luoghi dedicati che spesso né le donne né le strutture hanno a disposizione, per permettere ai bambini e alle bambine di seguire le lezioni e rimanere in relazione con il resto della classe. Tutto diventa ancora più complesso se le donne hanno più figli.
  • INCONTRI PROTETTI: la sospensione degli incontri protetti è risultata protettiva per i nuclei ospitati, ma l’indicazione di organizzare “telefonate protette” come alternativa ci pone in un’ulteriore difficoltà. Le telefonate “protette” nelle situazioni di violenza risultano tali se l’operatrice è presente durante la telefonata e il nucleo si trova in uno spazio “neutro” che per noi e’ l’ufficio, e se il maltrattante è in presenza dell’assistente sociale o dell’educatore, in modo che nel suo ruolo istituzionale, possa intervenire qualora ci fossero interventi o richieste non idonee ai/alle bambini/e. In questa situazione questa cornice non è possibile prevederla, quindi stiamo proponendo alle donne e ai bambini/e modalità alternative (letterine per il papà, pensierini..) per cercare di mantenere viva la relazione anche con il padre in questa situazione.

 

Alla luce di queste osservazioni prevediamo che le donne e i/le bambini/e necessiteranno sia di percorsi di ospitalità e di autonomizzazione più lunghi sia del potenziamento di spazi di sostegno educativo e psicologico anche nel post-emergenza.

Anche in questa situazione di emergenza sanitaria, e’ importante ricordare che i centri antiviolenza sono sempre aperti e pronti ad accogliere, nel rispetto delle normative vigenti, donne e bambini/e che hanno bisogno di protezione dalla violenza, e che il 1522 e’ il numero verde sempre attivo a cui potersi rivolgere per essere messe in contatto diretto con i centri del proprio territorio.

Proprio perché siamo consapevoli che l’isolamento e la reclusione forzata, necessaria per ridurre il contagio, aumenta il rischio di escalation di violenza ed espone in maniera esponenziale i bambini al rischio di violenza assistita, dobbiamo prevedere piani di sostegno e interventi complessi che permettano ai centri antiviolenza e gli/le operatrici di tutte le agenzie coinvolte ad intervenire in maniera efficace tenendo conto dell’emergenza nell’emergenza.

Noi ci siamo sempre al fianco di donne, bambini e bambine che hanno bisogno di un posto sicuro dove essere accolte e protette.

 

Casa delle donne per non subire violenza – ONLUS

via dell’Oro, 3 – 40124 Bologna

Tel. 051-333173

psicologiabologna@casadonne.it

infobologna@casadonne.it

 

 

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