Muore a 10 anni per una challenge su TikTok. L’appello del Presidente CISMAI Visci alla Garante per l’infanzia e l’adolescenza

“Si può morire a dieci anni, per una sfida sui social nella quale vince chi resiste di più senza ossigeno. E’ inconcepibile, eppure è accaduto. E non è nemmeno la prima vittima di questo fenomeno che dilaga sui social più frequentati dai minorenni, e non solo. Il pensiero, carico di un dolore profondo, per questa giovane vita che abbiamo perduto, si associa al timore che, se non sapremo risolvere questa deriva delle “sfide estreme”, quanto successo possa capitare ancora.” Così commenta la notizia della morte della bambina di Palermo, dopo una challenge su TikTok, Giovanni Visci, presidente del CISMAI, il Coordinamento italiano contro l’abuso e il maltrattamento sui minori.

“Occorrono urgenti iniziative da svolgere su più piani: innanzitutto quello istituzionale e della politica perché è immorale che ciò che in qualsiasi altro luogo del nostro Paese è severamente vietato e sanzionato con durezza, sia invece possibile nei luoghi virtuali della Rete. Ed è altrettanto urgente ampliare e rafforzare il lavoro di informazione e comunicazione alle famiglie e ai minori di età sui rischi di un uso senza controllo dei social. La Rete è uno strumento la cui utilità, se non controllata, si può trasformare in una trappola angosciosa, in una condizione di isolamento, in un pericolo esasperato fino alla morte. Oggi siamo giustamente colpiti dalla drammaticità di quanto avvenuto a Palermo, ma non possiamo dimenticare i pericoli che l’abuso di questi social comporta sulle competenze cognitive, emotive e relazionali sui nostri bambini e adolescenti.

Dobbiamo riportare i nostri giovani a riconoscere la differenza che esiste tra il dato di realtà e l’illusione delle cose che appaiono ciò che non sono. Lo dobbiamo fare a scuola e nei luoghi di aggregazione giovanile. Dobbiamo accompagnare i genitori ad una maggiore consapevolezza dei rischi concreti e drammatici che l’esposizione sulla Rete, non veicolata da un adulto, porta nelle vite dei loro figli. Prevenire la deriva di questi fenomeni è possibile ed è doveroso. E’ un impegno non più rinviabile.

Il nostro è un appello accorato – così conclude Visci – alla Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza perché si faccia carico di una forte pressione sulle istituzioni e sulla politica, affinché ogni iniziativa utile sia posta in essere per la tutela dei nostri bambini e dei nostri ragazzi”.