Da Il Fatto Quotidiano: Perseguire d’ufficio chi abusa minori? “È meglio evitare…” La legge col buco – Così hanno risposto i senatori, da Nitto Palma a Mineo, all’appello dell’Unicef: norma ferma in Senato, del 18 Giugno 2017
C’ è un senatore di Forza Italia, Nitto Palma, che in commissione Giustizia il 22 febbraio 2017 si è opposto all’ estensione della perseguibilità d’ ufficio dei “mostri” che abusano di bambini tra i 10 e 14 anni (attualmente il magistrato può procedere solo dopo querela di parte) con queste parole: “Chiedo di riflettere sull’ impatto che questo avrebbe nei confronti dei minori specie in piccoli Comuni, data l’ ampia diffusione che la notizia potrebbe avere in quelle realtà territoriali”. Meglio nascondere tutto sotto un tappetto, qualora capitasse, e farla fare franca all’ orco di turno, che dire sì a una proposta di legge, quella firmata dalla deputata Donatella Ferranti (Pd), già approvata all’ unanimità dalla commissione Giustizia della Camera il 12 ottobre 2016 e bloccata tredici giorni dopo nelle secche del Senato. Oggi, infatti, “l’ atto sessuale con un minorenne tra i 10 e i 14 anni – spiega Ferranti – non è punibile come prostituzione minorile, nemmeno quando è effettuato in cambio di denaro o altra utilità, ma non rientra nemmeno tra gli atti sessuali per cui si procede d’ ufficio. Se non c’ è la querela da parte di chi esercita la responsabilità genitoriale, e spesso il minore è senza genitori (o sono difficilmente reperibili) o addirittura, in alcune situazioni di particolare disagio, ha genitori che sono i primi ad acconsentire a quelle prestazioni sessuali, non si può procedere”. In questi casi il giudice, su richiesta del pm, può nominare un curatore speciale, ma è una procedura che richiede tempo e in ogni caso non consente quella tempestività di intervento necessaria per procedere nei confronti di chi compie abusi sui minori. Paolo Rozera, direttore generale di Unicef Italia, combatte per l’ approvazione della legge: “È una carenza normativa che regala impunità, specie in quei casi in cui l’ atto sessuale avviene a danno di un minore straniero non accompagnato”. Come nel caso – documentato dall’ Espresso nel febbraio 2016 con l’ inchiesta “Noi, i ragazzi dello zoo di Roma” – dell’ ingegnere americano della Boeing in pensione arrestato perché colto in flagranza durante un atto sessuale con un tredicenne straniero adescato alla stazione Termini. “Dopo tre giorni – racconta Rozera – quel mostro fu rilasciato ed è ritornato in America. I genitori del ragazzino vivono fuori Roma ai margini della legalità e quando hanno sentito parlare di tribunali, giudici e forze dell’ ordine non hanno voluto procedere con la querela”. Il 22 febbraio 2017 nella commissione Giustizia di Palazzo Madama il tema è stato affrontato, l’ intervento di Nitto Palma ha riscosso successo. Giacomo Caliendo (Forza Italia) si è accodato: “Concordo con le considerazioni del senatore Palma che ammonisce sul pericolo di introdurre normative eccessivamente punitive che non tengano conto di tutelare l’ incolumità, anche psicologica, del minore”. Ecumenico Giuseppe Lumia (Pd): “Anche chi non sostiene la procedibilità d’ ufficio adduce argomentazioni non prive di pregio”. Addirittura Corradino Mineo (Sinistra italiana) ha evidenziato “la serietà dei punti problematici affrontati dai senatori Palma e Caliendo”. Il seguito dell’ esame della legge è stato rinviato, poi è rimasto in un cassetto, “mentre altri mostri possono fare ‘spesa’ senza colpo ferire”, si sfoga Rozera di Unicef. I minori non accompagnati sono circa 26 mila e 500 in un anno e una parte di loro utilizza l’ Italia solo come Paese di transito.
Dagli abusi sessuali ad altri tipi di violenza, da situazioni di disagio alla famiglia tradizionale, il quadro dell’ infanzia in Italia non è felice. Si stimano in 100 mila i bambini che subiscono maltrattamenti. Un fenomeno particolarmente odioso e difficile da contrastare è quello della cosiddetta “violenza assistita”, ovvero situazioni in cui, nell’ ambito familiare, i bambini sono “spettatori” di violenze subìte dalla madre per mano del padre. Un bambino su cinque, tra quelli maltrattati, è testimone di violenza domestica. Secondo l’ Istat (dati 2015) tra le donne che hanno denunciato violenze ripetute subìte dal partner il 65,2 per cento hanno dichiarato che i figli hanno assistito a questi maltrattamenti. Non ci sono leggi al riguardo, ma il Cismai (servizi contro maltrattamenti e abusi dell’ infanzia) presenterà venerdì 23 giugno a Roma – Sala del Parlamentino in via Villa di Ruffo 6 alle 14.30 – uno studio sui “requisiti minimi degli interventi nei casi di violenza assistita da maltrattamenti alle madri”. Per capire la gravità della materia è sufficiente ascoltare alcune testimonianze di minori raccolte dal Cismai. “Quando vedevo la mamma per terra e il papà che la prendeva a calci volevo fare qualcosa provavo a difenderla ma ero piccolo, avevo paura Lo odiavo”, racconta un bimbo di 9 anni.
Giampiero Calapà