Dopo quasi dieci anni di tentativi, il Governo Italiano con la Legge di Bilancio potrebbe prevedere una prima sperimentazione in favore dei neomaggiorenni cresciuti “fuori famiglia”. Presentato un emendamento: il destino dell’intervento, e quindi di migliaia di ragazzi, dipenderà dalla individuazione delle coperture finanziarie
Gli aiuti, il sostegno, gli investimenti, i percorsi d’accoglienza, le case famiglia e poi? Troppi ragazzi vulnerabili oggi, raggiunta la maggiore età, vengono lasciati soli, esposti al rischio di marginalizzazione e povertà. Secondo i dati raccolti dalle associazioni, ben dieci ragazzi al giorno, dopo il sostegno e l’esperienza vissuta nelle case famiglia, sono oggi obbligati a cavarsela da soli per legge, perché con la maggiore età escono dai percorsi di protezione e tutela.
Ora, dopo quasi dieci anni di tentativi, il Governo Italiano con la Legge di Bilancio potrebbe prevedere una prima sperimentazione in favore dei neomaggiorenni cresciuti “fuori famiglia”.
Si tratta di 3200 giovani che ogni anno escono dai percorsi di accoglienza in comunità di accoglienza, case famiglia e famiglie affidatarie. Giovani particolarmente vulnerabili che in questa rinnovata condizione di abbandono per sopravvivere rischiano di diventare manovalanza per i clan criminali, per il caporalato o finiscono nei circuiti della prostituzione o a rischio di sviluppare dipendenze patologiche.