É giunto al termine il 22 dicembre, con la sentenza della Cassazione, il processo celebrato a Firenze contro alcuni esponenti de Il Forteto, luogo dove si sono consumati per quasi 40 anni maltrattamenti e abusi a danno dei circa 100 minori li collocati negli anni dalle Istituzioni.
Dopo la sostanziale conferma dell’impianto accusatorio, oggi l’arresto del capo carismatico Rodolfo Fiesoli, detto Il Profeta. Una sentenza che, nonostante le molte prescrizioni, sancisce una verità anche dal punto di vista giudiziario e restituisce finalmente dignità a decine di persone duramente colpite non solo dall’azione criminosa dei condannati ma anche dal collasso dell’intero Sistema di Tutela.
Rimane lo sconcerto per le prescrizioni intervenute e si rinnova forte l’istanza di rivederne i termini per i reati di maltrattamento e abuso, ancor di più quando avvenuto in contesti istituzionali riconosciuti e in luoghi che avrebbero dovuto essere protettivi e riparativi. E’ evidente infatti che in caso di abusi istituzionali il maltrattamento appare alle vittime ancor più drammatico, la rivelazione è ancora più complessa e richiede tempi necessariamente più lunghi.
L’importanza della conclusione della maggiore delle vicende giudiziarie connesse al Forteto è data anche dalla consapevolezza (maturata nel lavoro a fianco dei sopravvissuti all’interno del Progetto Regionale Oltre e di cui Artemisia è capofila) che è impossibile guardare Oltre se non si guarda indietro.
Per approfondire la vicenda il link con tutti gli interventi dei relatori intervenuti al Convegno “Oltre gli orrori de Il Forteto”, Istituto degli Innocenti, Firenze 10 Ottobre 2017 :