“Insinuazioni e sospetti hanno già determinato l’aumento di episodi di intimidazione e di minaccia nei confronti degli assistenti sociali che si occupano di tutela dei minori” Genova, 4 agosto 2019. “La tutela delle bambine e dei bambini e delle famiglie è alla base dell’attività professionale degli oltre mille assistenti sociali della Liguria che ogni giorno si spendono per le persone deboli e i soggetti più fragili, per coloro che si sentono abbandonati, in una società sempre più deprivata e con carenze in prestazioni e servizi. La comunità professionale degli assistenti sociali basa la sua attività su due capisaldi: sul percorso formativo e sul proprio codice etico e deontologico. L’assistente sociale per poter esercitare deve aver conseguito una laurea, sostenuto un esame di stato ed essere iscritto all’Ordine professionale. Basa il proprio operato sulla legge e sui principi espressi nel codice deontologico – in continua revisione per adattarsi ai mutamenti della società – fondato sul valore e sull’unicità e centralità della persona, sul rispetto dei diritti umani universalmente riconosciuti: libertà, uguaglianza, socialità, solidarietà, partecipazione e sull’affermazione dei principi di giustizia ed equità sociale”. Così, Giovanni Cabona, Presidente dell’Ordine degli Assistenti sociali della Liguria. “Queste precisazioni – spiega – si rendono necessarie in questo momento in cui, a seguito dei recenti fatti emiliani sui quali sta indagando la magistratura e che hanno scosso le coscienze di tutti, si registra un rimbalzo mediatico assordante che troppe volte ne distorce i contenuti e ne nasconde gli aspetti centrali”. Cabona sottolinea che “la preoccupazione crescente della comunità professionale è che questo clima vada a criminalizzare indiscriminatamente l’operato dei servizi sociali che si occupano di tutela dei minorenni, non già sulla base di specifici e accertati eventi, ma su artificiosi assiomi che ingenerano nei cittadini il dubbio che vengano perseguiti altri interessi e non, invece, quello dei minori” ribadendo con forza che “gli assistenti sociali che si occupano di tutela dei minori stanno continuando a lavorare, anche in questi giorni di estrema tensione, con un carico emotivo che potrebbe influire sulle relazioni con gli utenti dei servizi”. “E’ ben noto come la professione di assistente sociale sia soggetta ad un alto rischio di aggressività. Ebbene – sostiene Cabona – l’insinuazione del dubbio, del sospetto e la criminalizzazione generalizzata di questi giorni ha già determinato l’aumento di episodi di intimidazione e di minaccia nei confronti degli assistenti sociali che si occupano di tutela dei minori”. Cabona ricorda poi che “dai dati riportati il 2 agosto in occasione della firma del protocollo d’Intesa tra A.Li.Sa e Tribunale dei Minorenni di Genova e Procura presso il TM di Genova sui controlli alle strutture per minorenni, emerge una particolare attenzione della società ligure nei confronti dei minori e adolescenti che ha portato, in un anno, a circa 2500 segnalazioni alla Procura. Quest’ultima ha sottolineato che meno del 20% di queste segnalazioni danno seguito a procedure di tutela presso il Tribunale dei Minorenni e conseguenti prese incarico con anche il coinvolgimento dei servizi sociali di residenza. Questi dati e queste precisazioni ci fanno comprendere che il sistema di tutela per il benessere del minore ha una consolidata tradizione in Liguria che coinvolge oltre ai servizi sociali anche la magistratura, il Sistema Sanitario Regionale, le forze di polizia, il terzo settore: tutte istanze che si integrano nell’individuazione di percorsi pensati e progettati per ogni singolo bambino”. “L’Ordine degli assistenti sciali della Liguria – conclude Cabona – esprime preoccupazione per le modalità con cui la politica sia a livello nazionale che, in particolare, a Genova ha affrontato un tema così delicato insinuando che gli operatori dei servizi sociali potessero essere sotto l’influenza di interessi che non siano quelli del minore e della famiglia. Esprime solidarietà e sostegno per i colleghi che in questi giorni si sono sentiti accusati di incompetenza anche da chi, avrebbe il compito istituzionale di garantire loro un ambiente sereno e adeguate risorse umane e materiali per svolgere al meglio il proprio lavoro e che, nonostante tutto, proseguono il loro impegno quotidiano a tutela delle bambine e dei bambini”.
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