Non è l’insieme dei traumi che rende infelice un bambino, non è sufficiente questo. Per renderlo davvero infelice ci vuole il non ascolto. Con queste parole Luigi Cancrini, psichiatra e direttore scientifico del Centro Aiuto al Bambino Maltrattato e alla Famiglia di Roma, ha aperto la seconda giornata del congresso del Cismai (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia) “Proteggere i bambini nell’Italia che cambia”, a Torino il 12 e 13 dicembre 2013 nell’Auditorium Lingotto.
“Proteggere i bambini nell’Italia che cambia”
Torino, 12-13 dicembre 2013
CANCRINI: “IL GRANDE OSTACOLO ALLA CURA
DEI BAMBINI? IL NOSTRO NARICISISMO”
TORINO – Non è l’insieme dei traumi che rende infelice un bambino, non è sufficiente questo. Per renderlo davvero infelice ci vuole il non ascolto. Con queste parole Luigi Cancrini, psichiatra e direttore scientifico del Centro Aiuto al Bambino Maltrattato e alla Famiglia di Roma, ha aperto la seconda giornata del congresso del Cismai (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia) “Proteggere i bambini nell’Italia che cambia”, a Torino il 12 e 13 dicembre 2013 nell’Auditorium Lingotto.
L’intervento si è svolto alla presenza di circa 700 partecipanti ed è stato coordinato dal giornalista psicologo Massimo Cirri. Secondo Cancrini, famoso in tutto il mondo per i suoi studi sulla psiche infantile, se c’è un piano di ascolto nei confronti del minore maltrattato, il danno non è mai definitivo.
“Il primo a intuirlo fu Freud – ha detto – che capì che se il trauma viene tirato fuori e ascoltato, il bambino sta già meglio. Questa però è solo la prima tappa del percorso di cura. La seconda è data dalla terapia familiare. La terza dall’intervento di prevenzione e assistenza da parte dello Stato. Solo così si può davvero curare un’infanzia infelice”.
“La cura delle infanzie infelici” (Raffaello Cortina, 2013, 355 pp.) è infatti il titolo dell’ultimo libro dello psichiatra, che per esprimere meglio il concetto ha raccontato di quando, alla fine degli anni ’80, venne chiamato a Palermo dall’allora sindaco Leoluca Orlando per organizzare interventi di contrasto alla tossicodipendenza. “Dissi che l’unico modo per prevenire il fenomeno era cominciare a occuparsi seriamente dei bambini maltrattati. E mi resi conto che, in tutta la città, c’era solo un assistente sociale e che i bambini segnalati con problemi non erano mai stati visitati da un esperto. Col sindaco, quindi, decidemmo di partire da lì”.
La cura delle infanzie felici passa dunque attraverso la prevenzione, concetto già ribadito nel corso della prima giornata del congresso Cismai ma qui sottolineato con forza: “Il tossicodipendente è una persona che ha alle spalle un’infanzia infelice, con cui è indispensabile mettersi in contatto attraverso quella che scientificamente è detta ‘alleanza terapeutica’. Il più grande ostacolo a questo dialogo è rappresentato da noi, dal nostro narcisismo, status sempre più dilagante nel nostro tempo: le persone narcisiste mancano totalmente di empatia, sia con le proprie emozioni che con quelle altrui. Per loro è impossibile curare i bambini, ascoltarli, capirli”.