Programma e Iscrizioni: 30 settembre e 1 ottobre, on line
Perché ritornare oggi sul tema dei ricordi traumatici?
Sono passati 20 anni dalle ‘memory wars’ americane, quando opposte fazioni si affrontavano circa la credibilità dei ricordi traumatici di centinaia di migliaia di pazienti che per la prima volta sentivano prese in considerazione le memorie di precedenti esperienze traumatiche, specie sessuali.
Abbassati i toni del conflitto, in campo clinico le conoscenze si sono allineate, molto sostenute dal progresso delle neuroscienze e dai loro risultati inoppugnabili. Tutti concordano che le esperienze traumatiche esistono e creano danni. I clinici hanno imparato a riconoscere i funzionamenti post traumatici da elementi che spesso precedono una ricostruzione narrativa coerente ed esauriente dei fatti che li hanno determinati. Con i pazienti che chiedono terapia da adulti questo può essere sufficiente.
Ma tutto questo sapere non ha risolto i dubbi circa la credibilità delle esperienze traumatiche in atto o recenti, quando oltre alla cura è necessaria la protezione.
Lo snodo inevitabile ritorna ad essere il ricordo/racconto che, specie quando non ci sono testimoni dell’esperienza, come negli abusi sessuali, diventa il bersaglio di aspri contraddittori.
Nel libro ‘Ricordi traumatici: vecchi dubbi, nuove certezze’ (a cura di Malacrea, 2021) è quindi sembrato necessario rifare il punto su tutta la materia attraverso una revisione ragionata e aggiornata delle conoscenze. La revisione ha toccato la posizione attuale dei clinici relativamente al problema dei ricordi traumatici e dei falsi ricordi nella loro attività di cura dei pazienti; una rivisitazione in dettaglio degli studi sperimentali sulla induzione di falsi ricordi; una rassegna delle conoscenze sulla memoria traumatica e sul fenomeno della dissociazione post traumatica; un approfondimento relativo all’effetto dell’EMDR sulla memoria.
Nel corso si avvierà un ampio e approfondito confronto con altri ricercatori e clinici esperti, per allargare ulteriormente lo sguardo sulle molte sfaccettature del tema e aggiornare sulle ultime fasi del dibattito ancora in corso. Inoltre, a seguito di una accurata recente ricerca, saranno presentati dati sconcertanti anche a riguardo di quelle ‘situazioni limite’, in cui i racconti infantili rappresentano abusi considerati troppo inusuali, bizzarri, perversi per essere ritenuti realistici e credibili e che quasi mai trovano credito nelle sedi preposte a garantire protezione e cura.
Auspichiamo così di poter dare strumenti affidabili ai professionisti che si trovano a confrontarsi con ricordi traumatici in campo clinico, di ricerca, sociale, legale, per operare scelte competenti e responsabili.