Da il Corriere di Bologna: Maltrattamenti sui minori, in Emilia-Romagna 1.760 hanno subito violenza, 12 Febbraio 2017
Con i bambini l’Emilia-Romagna è più buona del resto d’Italia. Ma meno di quanto dicano le statistiche. I metodi nazionali di monitoraggio non sono omogenei, dimostrazione di una sottovalutazione del problema. Una macchina da impostare. È una bontà relativa quella emersa agli «Stati generali sul maltrattamento all’infanzia in Italia», organizzati dal Cimsai, il coordinamento nazionale dei servizi contro gli abusi all’infanzia, al Savoia Hotel Regency. Secondo il Report del Sisam, l’ente della Regione che si occupa del tema, i minorenni in carico nel 2014 ai servizi sociali erano 55.141, «7,7 ogni cento minorenni residenti»: 1.760 di questi avevano subito «violenza sessuale, psicologica, assistita o trascuratezza grave, circa 2,5 ogni mille minorenni residenti e il 3,2% del totale dei minorenni in carico». Siamo lontani anni luce dai dati nazionali raccolti nello stesso periodo da una ricerca Cimsai e Terres des hommes. Su 450 mila minorenni intervistati dalle due organizzazioni in 251 comuni, quasi 100 mila bambini e ragazzi erano vittime di maltrattamenti, uno su cinque. Differenza enorme rispetto all’Emilia-Romagna. Questa è un’isola felice? «No — risponde Gloria Soavi, psicologa e psicoterapeuta ferrarese, presidente del Cimsai — sicuramente la qualità dei servizi ha una buona tradizione di efficienza, la situazione è decisamente migliore che altrove, ma il dato è molto inferiore a quello nazionale e il rischio è che sia sottostimato. La Regione se ne è resa conto e sta lavorando su un’importante riflessione». La deputata dem Sandra Zampa, vicepresidente della Commissione bicamerale Infanzia e adolescenza, ha presentato una proposta di legge per istituire «presso la presidenza del Consiglio dei ministri l’Ufficio nazionale per la prevenzione del maltrattamento sui bambini con l’obiettivo di coordinare le politiche e gli interventi». Se la percezione degli operatori Cimsai è che gli abusi anche qui siano molto più alti, un dato simile a quello nazionale è l’età in cui viene rilevata la violenza e si attivano i servizi pubblici. Purtroppo, dice il Cimsai, è piuttosto alta (dagli 11 ai 17 anni dal 3,7 al 4%) mentre da 0 a 5 anni è nulla. Questo significa, come nel trend nazionale, che non c’è prevenzione né intervento precoce e che i bambini e ragazzi arrivano all’attenzione dei servizi «probabilmente con danni e traumi già conclamati». Dei 100 mila minori maltrattati in carico ai servizi sociali, le categorie più esposte sono le bambine e gli stranieri. Il fenomeno insiste maggiormente al Sud e al Centro, dove si registrano 273,7 e 259,9 casi ogni mille.
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