10 Novembre 2018 da HUFFINGTON POST
“Ci vogliono riportare indietro di 40 anni”. Le donne in marcia a Roma contro il ddl Pillon
La manifestazione per chiedere il ritiro del disegno di legge sull’affido
“È una femmina, nascerà a febbraio. E là c’è l’altra mia figlia, ha due anni”. Federica, che di anni ne ha 32 e racconta che da quando è rimasta incinta per la seconda volta “non lavora più, meno male che c’è mio marito”, si accarezza la pancia. “Sono qui anche per loro, le mie bambine, perché questo provvedimento penalizza donne e minori. Se passasse torneremmo indietro di quarant’anni. Va cancellato, cancellato”, scandisce e applaude alle parole che arrivano dal palchetto poco più in là. La presidente dell’associazione D.i. Re Donne in rete contro la violenza, Lella Palladino, sta ripetendo: “Il ddl Pillon va ritirato, con gli altri tre testi sulla stessa materia attualmente in discussione al Senato. Questa piazza è l’occasione per riscoprire una partecipazione politica dimenticata”. “Il provvedimento” è, per l’appunto, il disegno di legge presentato dal senatore leghista Simone Pillon, che prevede l’affidamento condiviso dei figli nelle coppie separate e l’azzeramento dell’assegno di mantenimento, contro il quale si è compattato un fronte di opposizione che oggi, raccogliendo l’invito lanciato da D.i.Re – anche con una petizione su Change.orgche fino ad ora ha superato le centomila firme – da Nord a Sud, si ritroverà in una settantina di piazze.
Pillon, che ieri ha comunicato via Facebook di aver scelto la linea del “silenzio stampa”, con il suo testo è riuscito a far nascere un fronte di opposizione piuttosto compatto e, pare di capire dalle parole di fuoco che hanno accompagnato la mobilitazione, intenzionato a dare battaglia. Oltre ai centri antiviolenza e a D.i. Re, organizzazioni sindacali e professionali, associazioni di donne (Associazione nazionale volontarie Telefono Rosa, Udi), e del terzo settore, movimenti quali ‘Non una di meno’, ed ancora Arci, Arcigay, Arcidonna, comitati cittadini formatisi ad hoc e associazioni che si occupano di infanzia. A Roma i manifestanti erano circa duemila. Cartelli, striscioni, ma niente sigle politiche. Per il silenzio elettorale sul referendum Atac, ma anche per una scelta precisa degli organizzatori. “Molte donne, soprattutto del Pd, hanno appoggiato la nostra battaglia e ci avevano chiesto la parola, ma oggi preferiamo far parlare solo la società civile”, spiega Palladino ad HuffPost.
Dei dem si vedono il segretario dimissionario Maurizio Martina, l’ex ministra oggi senatrice Valeria Fedeli, la responsabile Pari Opportunità, Andrea Catizone, e la senatrice Valeria Valente, componente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama, in questo momento impegnata nelle audizioni – in totale 118 – sul ddl Pillon. C’è anche il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria del Pd. Stefano Fassina, di LeU, ha portato con sé i due figli, Marco Furfaro, di Futura, è da solo. Tutti contrari al ddl Pillon – sul quale hanno espresso preoccupazioni e contrarietà anche l’Onu, con una lettera pubblicata da HuffPost, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e il vicepremier e leader di M5S, Luigi Di Maio – nessuno ammesso al palco. Riservato agli esponenti dei movimenti e dei sindacati – primi tra tutti Cgil e Uil, “la Cisl no perché è favorevole agli emendamenti”, dice Palladino. Loredana Taddei, Cgil, definisce il Pillon “una trappola, un pericoloso tentativo di riformare il diritto di famiglia a sfavore di donne e figli e perché aumenta le disparità tra uomini e donne, in un Paese in cui lavora una donna su tre e la maternità per le aziende più che un valore è un ostacolo”, Rosanna Oliva della Rete per la Parità annuncia battaglia in vista dell’audizione in Commissione Giustizia del Senato: “Glielo diremo, non consentiamo che i bambini vengano spaccati a metà”. “Dov’è in questo testo la voce dei bambini?”, le fa eco Monica Micheli, del Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia. La risposta arriva da Nora, meno di dieci anni, occhi chiari e capelli biondi. Riesce a dire: “Non siamo valigie da trasportare da una casa all’altra”, poi la voce si spezza.