LA VENENTA coop. sociale ONLUS
L’affrontare questa pandemia e l’emergenza sanitaria conseguente, ha travolto tutti noi cittadini, ha travolto anche i soggetti gestori impegnati nell’erogazione dei servizi socio-educativi residenziali. Applicare le prescrizioni per prevenire contagi e limitare i rischi, ha radicalmente modificato la quotidianità in comunità.
Oggi ci troviamo a gestire paradossi ogni minuti: ad esempio ci avviciniamo alle persone mantenendo la distanza, creiamo legami e relazioni umane, preoccupandoci di salvaguardarci e di salvaguardare l’altro.
Chiedere ad un educatore di tenere le distanze, quando in comunità viviamo di vicinanza, è complesso.
Chiedere ad una mamma di affidarsi e di fidarsi, utilizzando la distanza sociale, mascherine e guanti, pare una contraddizione. L’educatore in Venenta, abbraccia per incoraggiare le mamme e i bambini, si abbassa alla distanza per consolarli, per far sentire la nostra presenza autentica e sempre in ascolto attivo, per dire senza parole:
“NOI CI SIAMO, SIAMO QUI CON TE, CAMMINIAMO INSIEME NELLA SALITA E IN PIANURA” .
Mamme e bambini sono stati a loro volta destabilizzati da questo cambiamento di abitudini, non vedono più il volto delle loro educatrici, i sorrisi, la loro bocca quando gli parlano, ma vedono un volto coperto dalle mascherine, le mani coperte dai guanti, il contatto, il calore delle nostre mani, il calore del corpo, non c’è più.
Dobbiamo controllare la temperatura corporea due volte al giorno, ma rimangono i nostri occhi a riscaldare le nostre parole.
Donne che hanno un vissuto complesso, con fragilità emotive, con paure antiche e radicate nel profondo, si sentono travolte da un senso di pericolo e minaccia: il Covid-19. Questo virus e tutte le incertezze sui protocolli e il pericolo di contagio, hanno acuito la disregolazione emotiva, la possibilità di decomprimere l’arousal, attraverso le uscite, gli incontri con gli amici, le passeggiate, la professione di fede in gruppo, la possibilità di svolgere il loro tirocinio e di sentirsi economicamente più autonome e indipendenti.
Verbalizzano: “ aono chiusa”, “mi sento soffocare”, “mi sento messa alle strette”, “tutti mi guardano”, “sto male, mi sento in gabbia”, “sono preoccupata per la mia famiglia, non so niente”, ” fatemi uscire” .
In questo periodo lo stato d’animo delle mamme si è amplificato, avvertono lo sconforto, l’ansia, la rabbia che si fa sentire sempre più forte ogni giorno che passa. Sentono la fatica di stare con i figli che fanno richieste continue e cercano risposte, cercano la loro attenzione per essere tranquillizzati.
Gli educatori, durante la quarantena, giorno dopo giorno: ascoltano attivamente, accolgono e comprendono lo stato emotivo, propongono soluzioni per affrontare nuovi bisogni e rinnovate paure. Empatizzano con gli ospiti perché, in questa pandemia, ci sentiamo tutti esseri umani fragili e preoccupati per le nostre famiglie e i cari lontani.
L’emergenza sanitaria ci ha anche permesso di esplicitare ciò che fino a ieri era scontato. Ecco che le nostre mamme, hanno più volte verbalizzato, e per la prima volta, la propria preoccupazione per la salute delle loro educatrici e il pensiero per i familiari a casa.
Come equipe e gruppo di lavoro non ci siamo fatti schiacciare dal COVID-19, abbiamo sentito con forza la nostra chiamata, la responsabilità nel far stare BENE le nostre mamme e i bambini di cui ci prendiamo cura.
Non ci siamo fermati, non abbiamo rallentato, anzi, abbiamo unito ogni forza per rilanciare tutte le energie nella progettazione di nuove soluzioni, nuovi modi di gestione, una nuova organizzazione. Abbiamo creato un vero e proprio villaggio. Abbiamo creato per mamme e bambini tutte le attività che erano abituati a fare all’esterno, stando dentro le comunità: dalla scuola, allo sport (calcetto, pallavolo, percorsi vita), giardinaggio, orticoluta, corso di cucina, incontri formativi e informativi su temi proposti dalle mamme, ginnastica per i bambini e le mamme ecc. Attraverso l’integrazione della dimensione corporea, emotiva e cognitiva, ci siamo ripromesse di offrire un contenitore emotivo e far trascorre le giornate con positività,
trasmettendo in ogni gesto, in ogni sguardo: l’amore… attraverso il prendersi cura di..
L’EQUIPE EDUCATIVA E’ IL CONTENITORE E LO SPAZIO EMOTIVO CHE ASSORBE E CONTIENE OGNI BISOGNO AFFETTIVO, EMOTIVO, RELAZIONALE, PRATICO.
Lorenza, educatrice Equipe Santa Maria della Venenta
Jenny, educatrice Equipe Santa Maria della Venenta
Patrizia, coordinatrice Equipe Santa Maria della Venenta
Daniela, educatrice Equipe Santa Maria della Venenta
Valentina, educatrice Equipe Santa Maria della Venenta
Sara, educatrice Equipe Casa delle mamme
Alessandra, educatrice Equipe Casa delle mamme
Claudia, educatrice Equipe Santa Maria della Venenta
Adelina educatrice Equipe San Gabriele
Giovanna, educatrice Equipe San Gabriele
Elena, educatrice Equipe San Gabriele
Rosalba, coordinatrice Equipe San Gabriele
Erica, educatrice Equipe San Gabriele
Giulia, educatrice Equipe San Gabriele
Milena, educatrice Equipe San Gabriele
Valentina, educatrice Equipe San Gabriele
Ada, educatrice Equipe Casa delle mamme
Sara, educatrice Equipe Casa delle mamme
Elisa, educatrice Equipe Casa delle mamme
Ludovica, educatrice Equipe Casa delle mamme
Fabiana, educatrice Equipe Casa delle mamme
Noemi, educatrice Equipe Casa delle mamme
Melissa, coordinatrice Equipe Casa delle mamme
Giorgia, educatrice Equipe San Gabriele
Miriana educatrice Equipe Casa delle mamme
Argelato, marzo 2020
Antonella Sacco Responsabile Area Accoglienza residenziale La Venenta