Seminario online tenuto dalla dott.ssa Marinella Malacrea, sabato 2 maggio 2020
Sovente gli adulti che hanno avuto in passato esperienze sfavorevoli cumulative, sia di tipo maggiore che minore (traumi dell’attaccamento) sviluppano un funzionamento psicologico fortemente insoddisfacente, che si manifesta con sintomi, fallimenti personali e relazionali, disturbi duraturi del pensiero e dell’umore.
E’ ormai indiscutibile la centralità delle esperienze traumatiche, specie infantili, all’origine delle più varie patologie, fisiche e psichiche, imponendo una modulazione dello ‘sguardo’ al paziente dall’accoglimento della richiesta di aiuto fino alla scelta degli interventi terapeutici.
Tuttavia raramente i pazienti stessi hanno la percezione lucida della connessione tra il loro attuale funzionamento psicologico e le esperienze sfavorevoli passate: vedono come ‘sono’ e non come ‘sono diventati’.
Primario compito di un approccio terapeutico è stabilire un contratto collaborativo con il paziente relativamente a cosa va cambiato: e introdurre l’idea che questo cambiamento potrà avvenire se si capirà meglio quali sono le distorsioni dei comportamenti e dei modelli operativi interni indotte da quelle precedenti esperienze sfavorevoli.
Come giustamente afferma Judith Herman in ‘Guarire dal trauma’: “La conoscenza è potere. La persona traumatizzata è spesso sollevata semplicemente dal sapere il vero nome della propria condizione: dalla conoscenza della diagnosi del proprio disturbo, comincia per il paziente il processo di padronanza….”.
In questa chiave, la valutazione del funzionamento psicologico può diventare un ottimo strumento che facilita l’efficacia terapeutica, purché i percorsi di assessment siano orientati e modulati in modo mirato e consapevole in vista dell’obiettivo terapeutico.