Sono 200 milioni le donne nel mondo ad aver subito mutilazioni genitali. E 80 mila in Italia.
Questo è l’allarme di Amref: in molte zone del continente africano, le mutilazioni sono un reato ma, purtroppo, come si evince dalle testimonianze di molte donne, la mutilazione è una pratica identitaria, e il divario tra l’esistenza di una legge e la sua applicazione nelle aree più remote esiste ancora.
Le mutilazioni genitali femminili non sono una faccenda culturale o religiosa. Sono una violazione gravissima e odiosa dei diritti delle bambine, un’umiliazione della donna. Alla mutilazione fa seguito il matrimonio di bambine con uomini molto più anziani di loro che le condanna per sempre ad una vita di grande sofferenza. Colpiscono le parole di Ibrahim Ole Kinwaa, che dal 2017 lavora nello staff di Amref in Tanzania per contrastare le mutilazioni genitali femminili: Per me la lotta alle mutilazioni è diventata una missione. Mia sorella ha subito la mutilazione genitale femminile quando aveva solo 12 anni. Dopo pochi mesi, è stata data in sposa a un uomo più grande di lei. Non ho potuto fare nulla per lei, ma da allora ho deciso che questa era la mia battaglia. E voglio vincerla”
Infanzia maltrattata: incombe l’incertezza per guerre e carovita
Fondazione CESVI presenta l’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia,alla sesta edizione. Focus sulla violenza verbale: abuso psicologico su 36% minori, è