I processi decisionali nella tutela dei bambini vittime di violenza: una ricerca del 2010

L’indagine pilota si colloca nell’ambito delle ricerche sociali sui processi decisionali che guidano le azioni di figure che hanno compiti di tutela, protezione e/o assistenza. E’ questa un’area di ricerca particolarmente sviluppata nei paesi anglosassoni grazie alla diffusione di protocolli che definiscono le principali procedure di intervento in forma standardizzata. Gli studi compiuti hanno molteplici finalità conoscitive, dalla verifica circa l’adeguatezza dei protocolli proposti ai servizi, alla individuazione di fattori di facilitazione o , al contrario, di ostacolo all’assunzione di decisioni, dalla caratterizzazione di scelte e comportamenti che hanno un impatto importante rispetto a finalità sociali di protezione, alla ricerca di meccanismi che favoriscano l’integrazione tra differenti figure professionali e/o servizi.
Il lavoro prese avvio dalla proposta di un gruppo di studiosi e ricercatori facenti capo all’ISPCAN, di raccogliere informazioni su processi decisionali che sono più rilevanti rispetto alle legislazioni vigenti nei diversi paesi sui temi della tutela e della protezione dell’infanzia. Il fine iniziale era quello di delineare un set minimo di indicatori e di procedure che aiutino gli operatori a riflettere sui propri meccanismi di azione e a individuare ostacoli interni o esterni ai differenti contesti organizzativi.
L’Istituto degli Innocenti, che faceva parte del gruppo di lavoro dell’ISPCAN ritenne interessante il progetto di ricerca, specialmente se sviluppato in collaborazione con il CISMAI, partner nazionale italiano dell’ISPCAN. L’idea progettuale, inoltre, sembrò particolarmente interessante in considerazione della fase di differenziazione e riorganizzazione dei servizi territoriali di tutela, che, anche sulla spinta dei processi federalisti, stavano (e ancora stanno) assumendo configurazioni sempre più diversificate in ragione dei differenti modelli di strutturazione del sistema regionale dei servizi sociali e sanitari, della mancanza di livelli essenziali di assistenza sociale che uniformino il livello minimo di servizi da garantire, nonché dei processi di riduzione delle risorse dedicate a questo settore.

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