Il garante dell’infanzia Spadafora: “Separazioni conflittuali: segnalazioni di casi difficili in aumento. Al via progetto di monitoraggio nazionale tramite le procure”

“Il bambino “separato”: genitori in conflitto e figli invisibili. Percorsi di tutela e di cura”: questo il titolo dell’ultimo convegno Cismai (Coordinamento dei servizi italiani contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia) tenutosi a Rimini dal 24 al 26 ottobre.
Un appuntamento tutto dedicato alla condizione dei più piccoli all’interno delle separazioni altamente conflittuali, situazioni in cui spesso i figli vengono più o meno volutamente strumentalizzati da parte di genitori troppo concentrati sulla propria rabbia per rendersi conto degli effetti collaterali delle proprie azioni. I bisogni dei bambini diventano così i protagonisti silenziosi e invisibili di queste storie. A dare voce all’infanzia maltrattata, le relazioni degli esperti Cismai che si sono in questi anni cimentati nel lavoro sul tema, dialogando con bambini e coppie e facendo un importante lavoro di rete tra tutti i professionisti coinvolti.
Ad aprire il convegno, Dora Artiaco, assistente sociale presso il Comune di Napoli e vicepresidente Cismai: “Spesso si affrontano certe questioni in modo parziale, considerando solo alcuni aspetti, come dei ciechi che toccano un elefante senza sapere di che animale si tratta e se ne fanno un’idea solo sulla base della parte toccata. Il bambino all’interno delle separazioni conflittuali rischia di rivestire il ruolo dell’elefante: un problema enorme, ma molto difficile da inquadrare se non si mette insieme il contributo di tutti”.
Subito dopo è stata la volta dell’Autorità Garante per l’Infanzia, Vincenzo Spadafora: “E’ un piacere e una necessità partecipare agli incontri del Cismai, con persone che in materia di tutela dell’infanzia conoscono perfettamente ciò di cui parlano, a differenza di quanto spesso accade in politica. Il metodo giusto per affrontare certe questioni è quello di ascoltare chi sa più di noi, perché il ruolo finale dell’Autority è quello di creare una rete di relazioni tra gli operatori, così da progettare per il minore un sistema tutelante di qualità, da fornire poi al Governo. Oggi una cosa mi è chiara: che non possiamo parlare dei problemi dell’infanzia prescindendo da ciò che accade a livello economico e politico. La legge di stabilità, che stabilisce il bonus bebè, mi sta bene, ma se accanto a questa viene smantellato tutto il sistema di garanzie per il minore e la famiglia, me ne faccio poco”.

 In materia di infanzia e separazioni difficili, il Garante ha ricordato che le segnalazioni di disagio sono in aumento: “Ogni singolo caso richiede un approfondimento specifico. Dobbiamo cercare di analizzare le denunce per capire cosa si può fare a monte. Inutile dire che, in tutto questo, i media non aiutano affatto. Spesso strumentalizzano le questioni più delicate. Per questo è importante fare il punto in maniera approfondita e seria”.
Fondamentale, a questo scopo, il lavoro di monitoraggio con le procure sugli allontanamenti dalla famiglia. “Le regioni – ha precisato Spadafora – hanno i loro sistemi di rilevazione e ognuna fa i suoi esami in modo diverso, e questo è sempre stato un limite. Le procure invece ogni 6 mesi sono tenute a rilevare e fornire i dati. Dunque abbiamo predisposto un modello standard, invitando ogni procura a collaborare con noi per tenere sotto controllo la situazione dal punto di vista dei numeri”.
Il Garante si è espresso anche in merito alla Riforma della Giustizia Minorile, che prevede, di fatto, la cancellazione dei Tribunali per i Minorenni: “Con tutte le sue difficoltà, il sistema giuridico italiano per la tutela dei minori reggeva. Il fatto che non sia stata proposta un’alternativa lascia senza parole. Se non troveremo disponibilità a ragionare su un sistema funzionante di tutela dei diritti dell’infanzia, che investa su scuola, giustizia minorile, etc, ogni volta saremo costretti a rincorrere la proposta di turno con realtà istituzionali che tra loro non dialogano”.
Anche all’interno della compagine governativa, ha ricordato Spadafora, non esiste dialogo tra le varie strutture sui temi dell’infanzia. “E questo – ha precisato il Garante – per chi lavora sul campo è un problema enorme, perché non permette di stabilire delle buone prassi. Cartina di tornasole di un sistema che poco o nulla si cura di questi temi sono casi come quello del tweet di Gasparri contro la ragazzina obesa: se questi sono i segnali che arrivano dall’alto, si impone una scelta e una presa di coscienza fortissima. L’obiettivo è realizzare un disegno di legge che possa dare un senso all’attività di garanzia, così da creare un sistema di tutela che sia veramente tale”