L’analisi di Gloria Soavi che dopo 6 anni e due mandati lascia la presidenza del Cismai: “Tanti progetti e belle aperture, ma a ogni cambio di governo si deve ricominciare da capo”. Momenti cruciali della sua presidenza, la vicenda Bibbiano e il Covid: “Ripartiamo da qui: i diritti dei minori non possono essere ulteriormente trascurati”
FERRARA – “Sono stati anni molto intensi. Abbiamo ottenuto grandi risultati, ma ci siamo anche dovuti confrontare con due sfide inattese: la vicenda di Bibbiano e la pandemia”. A parlare è Gloria Soavi che, dopo 6 anni e due mandati – prima ne erano venuti 3 da vice –, lascia la presidenza del Cismai, il Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso dell’infanzia. Al suo posto, Gianfranco Visci, pediatra e neuropsichiatra infantile. Per Soavi non sarà un addio: è stata nominata Responsabile del Comitato Scientico.
“Quando sono arrivata, nel 2014, la situazione generale dell’infanzia non era esaltante, se così possiamo dire. Per questo, il nostro leit motiv in
questi anni è stato fare pressione sulla politica perché i temi legati all’infanzia, quella più fragile in particolare, venissero messi al centro dell’agenda. Ci siamo riusciti? A volte. Ci sono stati avvenimenti signicativi, per esempio la riattivazione dell’Osservatorio per l’infanzia e l’adolescenza e di quello per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile. C’è stata la proposta di legge Zampa per la prevenzione del maltrattamento dei bambini e
degli adolescenti”. E poi l’accordo siglato tra Ministero, Società Italiana di Pediatria e Save the Children per l’educazione alla prevenzione e alla salute rivolta a bambini, adolescenti e genitori; l’Indagine sull’impatto psicologico del lockdown nei minori; il protocollo “Crescere senza distanza” nato dalla collaborazione tra Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, Fondazione Zancan e Impresa Sociale ‘Con i bambini’, per citare i provvedimenti “gli” dell’emergenza sanitaria”
“In questi anni abbiamo partecipato ai tavoli tecnici, siamo stati testimoni di belle aperture e progettazioni. Ma a ogni cambio di governo si è fermato tutto, ed è stato necessario ripartire da capo: tante, troppo cose sono rimaste lettera morta. Non c’è una continuità nell’impegno. Il Covid ce l’ha dimostrato ancora una volta: l’infanzia, per i governi, non è una priorità”. Alla fine di marzo Cismai e altre decine di associazioni hanno scritto all’attuale governo una lettera per sollecitare la stesura di un “decreto minori”, una riflessione ampia su tutte le tematiche legate all’infanzia, soprattutto quella a rischio. Richiesta che, a tutt’oggi, è ancora in attesa di una risposta.
Tra le conquiste, Soavi sottolinea soprattutto il riconoscimento come società scientica. “Un riconoscimento che porta con sé grandi responsabilità, sia a livello nazionale sia a livello internazionale. I miei mandati hanno combaciato, infatti, con una grande apertura a tante altre comunità scientiche europee, americane, canadesi, Paesi spesso con tradizioni culturali e d’intervento molto più avanti delle nostre. Penso alla centralità che noi attribuiamo alla prevenzione: è dal 2008 che sottolineiamo il suo ruolo chiave, eppure in Italia ancora non c’è una struttura che se ne occupi. Siamo in enorme ritardo: in Canada, per esempio, è da vent’anni che si investe in prevenzione, e i risultati si vedono”. Prevenzione della salute in senso lato: “Parliamo di bambini mal-trattati, che non sono solo quelli abusati, ma anche quelli trascurati, che crescono in famiglie con grosse dicoltà socio-economiche. In questo senso servono sostegno e prevenzione: intervenire prima che scoppi il cortocircuito, oltre a essere un bene per i diretti interessati, è anche un risparmio per lo Stato, che si evita un intervento. Purtroppo sembra che questo messaggio sia particolarmente dicile da fare passare”. Tra gli altri limiti del nostro sistema, Soavi evidenzia l’assenza di una banca dati sui minori maltrattati: “Entro l’anno sarà pubblicata la ricerca condotta insieme con la garante per l’infanzia e l’adolescenza, ma non è uno studio strutturale, come invece ci chiede di procedere la
comunità internazionale”.
Sei anni in cui conquiste e battaglie si legano a doppio lo, punteggiate anche da pubblicazioni e ricerche sui temi cardine del Coordinamento – la violenza assistita, l’abuso sessuale – ad altri di devastante attualità: le separazioni conittuali, la condizione dei minori stranieri non accompagnati. “Con la Collana Cismai realizzata con Franco Angeli Editore abbiamo potuto dare corpo a tante pubblicazioni importanti, tra cui molti testi stranieri mai tradotti prima”.
Come anticipato, due gli avvenimenti che hanno segnato il mandato di Soavi: la vicenda Bibbiano e l’esplosione della pandemia.
“Bibbiano è stato un momento drammatico per i servizi sociali della nostra regione. La strumentalizzazione politica dovuta ai fatti della Val d’Enza, che se confermati sono molto gravi, ha avuto come effetto una sfiducia generalizzata nei confronti dei servizi di tutela e peggiorato il modo in cui essi sono percepiti. Il Cismai ha sempre chiesto rispetto per il lavoro della Magistratura e attendiamo, come tutti, che sia concluso il suo lavoro. Tuttavia abbiamo assistito a un attacco, a volte su presupposti poco noti o addirittura grossolani, sui servizi e sugli enti preposti alla tutela. Spero che non si verichi ancora perché i danni sono già ora di grande portata. Ai servizi è stato fatto un danno enorme: una volta passato – anche solo parzialmente – il polverone, però, nessuno si è preoccupato di come quegli stessi, fondamentali servizi, avrebbero potuto rialzarsi e riprendere a lavorare”.
E poi c’è il Covid, che ha segnato “una battuta d’arresto per tutti i lavori di tutela. Come sempre chi ha pagato il prezzo più alto sono state le situazioni di maggiore fragilità, i bambini in particolare. Come Cismai abbiamo cercato di arontare e sostenere tutti i nostri operatori al meglio. Abbiamo riscontato seri danni in termini di funzionalità e di servizi, abbiamo provato a ovviare con webinar e formazione a distanza per offrire strumenti a chi non poteva smettere di lavorare. Anche stavolta la collaborazione con altri Paesi si è rivelata utile e stimolante: con tante altre realtà siamo al lavoro per capire cosa ha lasciato il Covid”. Il lockdown, spiega Soavi, ha messo in evidenza due spaccati particolarmente problematici: “La violenza in famiglia e l’uso dei media per adescare i minori. Ci sono tanti, troppi, aspetti del mondo dell’infanzia che necessiterebbero studi, approfondimenti, investimenti. L’emergenza sanitaria ha acceso riflettori che non possono essere ignorati: e allora perché non ripartire da qui? Non rimandiamo tutto per l’ennesima volta. I diritti dei minori non possono essere ulteriormente trascurati”