James Rhodes, “Le variazioni del dolore La vita, dopo l’inferno, grazie alla musica” Recensione di Monica Micheli

L’abuso ti lascia in eredità la vergogna. La vergogna è il motivo per cui non ne parliamo con nessuno” – “Se avevano potuto farmi certe cose era solo perché ero sbagliato di natura” – “Lo stupro infantile è l’Everest dei traumi” (James Rhodes)

Un libro dolorosamente autentico, crudo, a tratti brutale, sulla realtà dell’abuso sessuale. Un bambino di 5 anni, un uomo di 50 ( il suo insegnante di ginnastica), abusi che si protraggono per 4 anni nello spazio angusto di uno spogliatoio della palestra scolastica, adulti che non vedono, altri che vedono ma non intervengono…

E poi il dolore, quello fisico e quello mentale, l’impotenza, la dissociazione, il sentirsi in trappola, la condanna ai comportamenti sessualizzati, la vergogna, i ricoveri psichiatrici. Nel racconto di Rhodes c’è tutto il percorso che il trauma incide nelle linee della vita delle vittime. Ma a tenere insieme tutto c’è il filo della musica, la passione che tiene appesi alla vita, e qualche incontro fortunato, persone che aiutano a ripristinare quel senso di fiducia nell’umanità, sgretolato dall’abuso.

Rhodes ci mostra come le conseguenze dell’abuso subito da un bambino si snodino e manifestino lungo tutto l’arco della vita; ci mostra la fatica di rialzarsi dopo una, cento, mille cadute e accompagna idealmente ogni capitolo con un brano musicale, indicandoci le tappe del suo percorso di risalita.
Un doveroso grazie a Marinella Malacrea per averci fatto conoscere questo libro, a Febbraio u.s., nel corso del Convegno Cismai di Bologna.
Monica Micheli

James Rhodes “Le variazioni del dolore. La vita, dopo l’inferno, grazie alla musica”, Einaudi Stile Libero 2016

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