Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza
Nel 2019 si celebra il trentennale dall’adozione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata a New York il 20 novembre 1989 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite: la Convenzione più visionaria e universalmente accettata nella storia dei diritti umani.
Quando si compiono trent’anni, si raggiunge un grado di consapevolezza che consente la piena comprensione del contesto entro il quale ci si muove, delle azioni che si compiono, delle conseguenze che da queste derivano. La “gravità” dei trent’anni è bilanciata dalla leggerezza e dalla vitalità che caratterizza quest’età.
A trent’anni, inoltre, si ha l’impressione di aver vissuto abbastanza per guardarsi indietro, tirare le somme e fare bilanci: l’esperienza accumulata è significativa e permette di procedere in avanti evitando di commettere gli stessi errori e rimediando a quelli per cui si è ancora in tempo.
Si tratta del primo strumento internazionale vincolante sui diritti delle persone di minore età, che approfondisce il solco tracciato dalla Dichiarazione dei diritti del fanciullo di Ginevra nel 1924 e da quella approvata in seno alle Nazioni Unite nel 1959 (di cui il prossimo 20 novembre ricorrono i sessant’anni) e che già originava dalla Carta delle Nazioni Unite del 1945 e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948.
La Convenzione ha ricevuto un consenso senza precedenti: ne sono contraenti 196 Stati (Somalia e Sud Sudan gli ultimi a divenirne parte nel 2015),
pressoché l’intera comunità internazionale giacché solo gli Stati Uniti, pur avendola firmata, non l’hanno ancora ratificata.
Dal 1989, la Convenzione ha avviato una vera e propria “rivoluzione culturale”, elevando la persona di minore età da oggetto di protezione a soggetto
titolare di diritti, determinando una rottura con il passato e gettando solide basi per costruire una “nuova” identità del minorenne, nuovo soggetto di
diritto, attivo, partecipe, che va ascoltato, informato e rispettato. A partire dalla Convenzione, è dunque mutata la relazione che ha connotato la storia
nel corso dei secoli tra minorenni e adulti. In Italia, ad esempio, ne costituisce riprova il settore del diritto di famiglia: la “responsabilità genitoriale” è
subentrata alla originaria “potestà”, apportando un cambiamento anche terminologico che ha un valore culturale profondo, in termini di abbandono di qualsiasi logica di possesso sulle persone minorenni.
La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è entrata in vigore, a livello internazionale, il 2 settembre 1990: da allora, se molti sono
stati i progressi raggiunti e molto è stato fatto sul piano della sua attuazione, altrettanto è cambiato e ancora resta da fare, soprattutto nei confronti delle persone di minore età in situazione di particolare vulnerabilità.
L’Italia ha dato esecuzione alla Convenzione con legge n. 176/1991: i trent’anni dall’adozione della Convenzione rappresentano dunque l’occasione, insieme, per riflettere sul cammino dei diritti, fare il punto sulla situazione della sua effettiva attuazione in Italia.
L’insieme dei contributi raccolti in questo volume costituisce al tempo un bilancio delle conquiste raggiunte ed una riflessione sulle prospettive future
di attuazione dei diritti delle persone di minore età sanciti nella Convenzione.
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