La tutela degli orfani per crimini domestici Documento di studio e proposta

La pubblicazione è realizzata dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, nell’ambito della Consulta nazionale delle associazioni e delle organizzazioni e con il supporto tecnico dell’Istituto degli Innocenti. Ha collaborato alla stesura la Presidente Cismai Gloria Soavi

INTRODUZIONE

I bambini e i ragazzi orfani a seguito di un crimine domestico costituiscono il volto nascosto della violenza di genere. È facile dimenticarsi di loro quando si affronta il tema della violenza sulle donne. Invece violenza di genere vuol dire il più delle volte violenza sui più piccoli, sul loro immaginario, sulle loro certezze, sul loro mondo emotivo, affettivo e psichico. In definitiva sul loro presente e sul loro futuro.

Proteggere i bambini e i ragazzi significa innanzitutto fare il possibile affinché in situazioni di rischio non si arrivi a vivere l’esperienza della violenza in casa. Ciò significa garantire interventi preventivi di sostegno alla genitorialità fragile e nelle situazioni in cui le competenze educative sono più a rischio.

Quando si arriva tardi, quando cioè la situazione di violenza si è già prodotta, il dovere di un ordinamento che fonda la propria ragione di esistenza nella tutela dei diritti fondamentali si trasforma in un dovere di intervento tempestivo, volto anche alla riparazione dei danni.

L’omicidio di un genitore da parte dell’altro fa vivere ai figli un trauma aggravato dalla perdita contemporanea di due figure di riferimento fondamentali (genitore vittima e genitore autore del reato, detenuto o suicida).

Al dolore per la perdita si aggiungono altre difficoltà, di natura diversa: materiali, emotive, sociali e giudiziarie. La condizione drammatica che si trovano a vivere gli orfani per crimini domestici rende necessaria un’attenzione specifica, che impone la messa in campo di strumenti adeguati ed efficienti, idonei a dare una risposta celere ai loro molteplici bisogni, anche con riferimento al nuovo contesto familiare.

Si tratta di un fenomeno complesso del quale non si conosce la reale dimensione e che lo Stato ha il dovere di contrastare sul piano culturale, normativo e giudiziario, adottando, come prevede l’articolo 19 della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e adolescenza del 1989, “ogni
misura legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per tutelare il fanciullo contro ogni forma di violenza”, per evitare che questi ragazzi siano orfani tre volte, per la perdita di entrambi i genitori e per l’indifferenza dello Stato.

S’impone una strategia generale d‘intervento per la prevenzione e il contrasto della violenza ai danni delle persone di minore età, anche sulla scorta delle raccomandazioni del Comitato Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza contenute nelle osservazioni conclusive al V e VI rapporto periodico dell’Italia del 1° febbraio 2019 (CRC/C/ITA/CO/5-6, par. 19 e 21).

Occorrono azioni di ascolto e sostegno ai bambini e ai ragazzi, nonché supporto materiale e psicologico alle famiglie affidatarie.

È necessario un maggiore approfondimento della tematica: solo se si ha conoscenza di un fenomeno lo si può riconoscere e solo se si conoscono gli strumenti per intervenire è possibile attivarli in tempo.

Il sistema di protezione si è di recente rafforzato con la legge 11 gennaio 2018, n. 4, che contiene una serie di disposizioni a tutela dei figli minorenni e maggiorenni economicamente non autosufficienti, rimasti orfani a causa di un crimine domestico, nati da qualsiasi tipologiadi unione, anche non coniugale.

La legge rappresenta un primo importante passo, ma tanto resta ancora da fare.
Nel 2015 è stato realizzato il progetto Who where what. Supporting witness children orphans from femicide in Europe – Switch-off 1 , che aveva l’intento di indagare la condizione degli orfani per crimini domestici e comprendere chi sono, dove vivono e come stanno.
Il presente documento di studio, che si pone in continuità con il lavoro già svolto, mira a individuare le reali necessità e i bisogni degli orfani per crimini domestici, le buone pratiche e i punti di criticità del sistema.
Esso è stato realizzato da un gruppo di lavoro2 attivato nell’ambito della Consulta nazionale delle associazioni e delle organizzazioni, composto da membri designati da quest’ultima e da esperti nominati intuitu personae dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, con il supporto tecnico dell’Istituto degli Innocenti. Lo studio si conclude con le raccomandazioni dell’Autorità garante rivolte agli attori del sistema, istituzionali e non, al fine di rendere efficace la tutela di queste situazioni di forte vulnerabilità: una cura tempestiva e un sostegno a 360 gradi sono le premesse fondamentali per poter offrire un futuro a bambini e ragazzi, con soluzioni che siano in grado di ricostruire una rete familiare e sociale di riferimento.

1 Progetto realizzato e coordinato da Anna Costanza Baldry, professoressa ordinaria presso il Dipartimento di psicologia dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, in collaborazione con la rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.re (Donne in rete) e delle Università della Lituania e del Dipartimento di legge dell’Università di Cipro. Cfr. A cura di C. Baldry, Orfani speciali. Chi sono, dove sono, con chi sono. Conseguenze psico-sociali su figlie e figli del femminicidio, FrancoAngeli, Milano, 2018. 2 Il gruppo di lavoro che ha curato la stesura del documento ha visto la partecipazione di: Carla Garlatti e Luca Villa, in qualità di coordinatori; Elena Buccoliero, Titti Carrano, Emanuela Iacchia, Alessandra Kusterman, Paola Medde, Giuseppina Muratore, Amalia Rodontini, Patrizia Schiarizza e Monica Velletti (esperti designati dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza); Susanna Galli (Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia – Aimmf); Giovanni Fulvi (Coordinamento nazionale comunità per minorenni – Cncm); Gloria Soavi (Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – Crc); Lidia Alfano (Pidida); Patrizia Salentino e Maria Teresa Berliri (Tavolo nazionale affido); Giuseppe Magno (Telefono azzurro); Tullia Passerini e Rita Santoro, referenti dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza; Antonella Schena, Donata Bianchi, Antonietta Varricchio, Andrea Failli, Stella Milani (supporto tecnico scientifico dell’Istituto degli Innocenti).

 

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