L’Organizzazione Mondiale della Sanità ribadisce che “ogni bambino ha diritto alla salute e a una vita priva di violenza” (WHO, 2006). Nonostante questo diritto sia stato sancito da numerose Convenzioni Internazionali e Leggi nazionali, in tutto il mondo ogni anno milioni di soggetti in età evolutiva sono vittime e testimoni di violenza fisica, sessuale, psicologica e sfruttamento. Il maltrattamento è dunque “un problema di salute pubblica” (WHO, 2006) per l’impatto sul benessere fisico, mentale e sociale delle vittime, sul loro sviluppo e, più in generale, sulla società anche in termini di spesa sociale e sanitaria (Felitti et al., 2012).
Il maltrattamento nei confronti dei soggetti in età evolutiva si configura come un fenomeno complesso per le sue caratteristiche, che sono assai differenziate a seconda dell’età della vittima, della tipologia e della gravità della violenza (che in casi estremi può provocare la morte), del contesto in cui avviene e della relazione tra la vittima e l’autore della violenza.
La violenza sui minori è molto diffusa ma, al contempo, difficilmente rilevabile sia per meccanismi culturali di minimizzazione e negazione del fenomeno, sia perché si caratterizza per verificarsi prevalentemente all’interno della famiglia (WHO, 2002), col forte rischio di restare inespressa e invisibile, ampliando e cronicizzando i danni sul piano fisico e psicologico delle vittime.
Le evidenze cliniche e le ricerche svolte in tutto il mondo hanno dimostrato le conseguenze a breve, medio e lungo termine della violenza sulla salute, evidenziando danni fisici e psicologici, che impongono di attuare cure precoci, efficaci, integrate e specialistiche (Cheli et al., 2012).
Il danno cagionato è tanto maggiore quanto più il fenomeno:
– resta sommerso e non viene individuato;
– è ripetuto nel tempo;
– la risposta di protezione alla vittima ritarda o è elusa;
– il vissuto traumatico è negato, resta non espresso o non elaborato;
– è intrafamiliare.
La Regione Emilia-Romagna, nell’ambito delle funzioni di programmazione e indirizzo degli interventi socio-sanitari (Legge Regionale 28 luglio 2008, n. 14 “Norme in materia di politiche per le giovani generazioni”) definisce le linee d’indirizzo e le prassi appropriate per favorire:
• la prevenzione, la rilevazione precoce per l’emersione del fenomeno e il suo contrasto;
• la protezione e la cura delle vittime o presunte tali;
• il consolidamento di azioni (sociali, sanitarie, educative e giuridiche) multidisciplinari e
integrate dei/tra i Servizi, assicurando il necessario coordinamento al fine di favorire
modalità stabili di confronto e di raccordo interistituzionale.
Indicazioni riconfermate e sostenute con l’approvazione di un Programma Straordinario a favore dell’infanzia e adolescenza previsto dalla DGR n.378/20101 (e DGR seguenti), e dalla DGR 1904/2011 “Direttiva in materia di affidamento familiare, accoglienza in comunità e sostegno alle responsabilità familiari” per la cui completa applicazione (vedi parte 1, comma 5- Metodologia del lavoro integrato e progetto quadro) è in corso di definizione ed approvazione un documento che ne disciplini modalità e strumenti per la valutazione e presa in carico integrata socio-sanitaria.
In questa direzione è anche la recente nomina, avvenuta nel 2012, del Garante dell’Infanzia dell’Emilia Romagna, Dott. Luigi Fadiga al quale si deve il contributo del capitolo terzo sul quadro normativo di riferimento. L’auspicio è che il presente lavoro possa dare un contributo significativo al fine di assicurare appropriatezza degli interventi, coordinamento e modalità stabili di confronto e di raccordo interistituzionale.
Il documento è consultabile sul portale Saluter del Servizio Sanitario Regionale della Regione Emilia-Romagna:
www.saluter.it
“Rapporto CRC 2024: Dati e riflessioni per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza a livello regionale”
Il 12 dicembre è stato presentato il Rapporto CRC 2024, che propone una panoramica dei principali dati disponibili sull’infanzia e l’adolescenza disaggregati a livello regionale, raccolti da