La crisi in corso in Afghanistan e la situazione di violenza generalizzata sulla popolazione civile mettono in pericolo ampi settori della società afgana e pongono rischi altissimi per l’incolumità e la sopravvivenza di bambini e bambine nel Paese. Anche prima della recente escalation di violenze, quasi la metà della popolazione afgana, tra cui quasi 10 milioni di bambini, dipendeva dagli aiuti umanitari per far fronte alla crisi, esacerbata dalla siccità, dalla terza ondata di Covid-19 e dal conflitto. Negli ultimi 20 anni, quasi 33.000 minori sono stati uccisi o mutilati e il numero di bambini vittime del conflitto è probabilmente molto più alto, se si considerano i minori morti per fame, povertà e malattie.
L’Afghanistan è il secondo paese al mondo per numero di persone che affrontano condizioni di fame in emergenza e già si prevedeva che quest’anno la metà dei bambini di età inferiore ai cinque anni avrebbe sofferto di malnutrizione acuta. Nessuno dei bambini nati e vissuti in Afghanistan ha conosciuto altro che il conflitto, tutti hanno vissuto con la certezza che gli esplosivi o le bombe potessero colpirli in qualsiasi momento.
Ciò che rimane dopo vent’anni, è una generazione di bambini e bambine le cui vite sono state distrutte dalla miseria e dalla guerra. Quasi 6 milioni di afgani sono stati sfollati con la forza dalle loro case: migliaia di famiglie vivono all’aperto senza un riparo per proteggersi dal rigido inverno che li attende. Di questi, la metà sono sfollati internamente all’Afghanistan, mentre 2,6 milioni sono rifugiati e vivono in altri paesi, la maggioranza in quelli confinanti, come Pakistan e Iran.
Con la partenza dal paese degli ultimi aerei militari, si teme che l’attenzione mediatica e della popolazione mondiale verso la tragedia della popolazione afgana vada inesorabilmente a scemare. L’evacuazione verso l’Italia di circa 5000 afgani nel giro di pochi giorni ha consentito di portare in salvo anche centinaia di minorenni, tra cui bambini molto piccoli, disabili e minori non accompagnati. Si tratta di un’iniziativa importante e meritoria a cui va il nostro apprezzamento, ma che non può considerarsi compiuta senza la garanzia di un’accoglienza di qualità e a misura di minore per tutti i bambini e gli adolescenti appena arrivati. Il loro percorso in Italia è appena iniziato e il sostegno che riceveranno nei primi giorni e nei prossimi mesi getterà le basi per il loro futuro che, dopo le sofferenze vissute, tutti vogliamo sia di sicurezza, crescita e piena inclusione nella società. Al fianco dell’attenzione per i minori giunti in Italia con le evacuazioni, non possiamo permetterci di dimenticare le migliaia di bambini, bambine e adolescenti ancora nel paese o bloccati nel limbo della rotta migratoria verso Occidente, in Turchia, in Grecia, sulla rotta balcanica e alle nostre frontiere nord, spesso vittime di respingimenti a catena, di violenza diretta e assistita, di sfruttamento, abusi e traffico di esseri umani.
In quanto realtà attive per la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza e dei diritti dei migranti riunite nel Tavolo Minori Migranti, e sulla base dell’esperienza maturata con le nostra attività sul campo e con la nostra conoscenza e vicinanza, da molti anni, ai minori afgani in arrivo in Italia, vogliamo dunque richiamare l’attenzione su questi tre aspetti:
· La necessità di garantire un’accoglienza con i più alti standard qualitativi per le famiglie con bambini e i minori non accompagnati giunti con le evacuazioni e, analogamente, per quelli arrivati o in arrivo – ora, e presumibilmente in misura maggiore in futuro – attraverso i canali
informali, tra cui minori e famiglie in transito dalle frontiere terrestri a nord dell’Italia.
· L’urgenza di organizzare trasferimenti sicuri e legali fuori dal paese per i bambini e le bambine che si trovano attualmente in Afghanistan in condizione di rischio e di vulnerabilità e di favorire canali legali interni all’EU, tra cui meccanismi di relocation, per le famiglie e i minori già evacuati;
· La necessità di garantire protezione e assistenza umanitaria ai bambini e alle bambine rimaste nel paese attraverso il supporto e il finanziamento degli interventi a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza e dei diritti umani.
Scendendo nello specifico dei suddetti punti, riguardo ai minori afgani già arrivati in Italia riteniamo, come già fatto presente in diverse circostanze, che il sistema di protezione delineato dalla L. 47/2017 debba rappresentare, anche e soprattutto davanti alle emergenze, il quadro di riferimento principale per ogni minore non accompagnato sul territorio, anche in termini di accoglienza. In particolare, è fondamentale che ogni minore non accompagnato giunto in Italia attraverso le evacuazioni – circa 15, secondo le notizie attualmente a nostra disposizione – oppure attraverso i canali informali, riceva una collocazione idonea (affidamento in famiglia o in alternativa centro SAI o comunità per minori) e che gli/le siano garantiti tutti i servizi e diritti previsti per i minorenni, tra cui: la tempestiva nomina del tutore, l’assistenza sanitaria, l’accesso all’educazione, considerato anche l’imminente avvio dell’anno scolastico.
Rispetto ai nuclei familiari, come già evidenziato in passato durante la triste pagina dell’adozione e applicazione dei c.d. “decreti sicurezza”, i centri di accoglienza straordinaria (CAS) non possono considerarsi luoghi adeguati alla presa in carico di bambini e bambine: si richiede quindi che le famiglie afgane con minori abbiano anch’esse al più presto accesso al SAI e che si provveda celermente all’emanazione del decreto relativo all’ampliamento della rete di accoglienza dei Comuni atteso da tempo, concependo modalità di accesso ai bandi che evitino il più possibile lungaggini e ritardi e rendano al più presto disponibili i posti aggiuntivi.
Per quanto riguarda invece i minori ancora nel paese o intrappolati lungo la rotta migratoria, riteniamo urgente che, a livello europeo e nazionale, siano adottate tutte le misure atte a promuovere la protezione e la tutela, attuando le proposte delineate in dettaglio nel documento del Tavolo Asilo e Immigrazione “Intervenire con urgenza per garantire diritto d’asilo alle persone in fuga dall’Afghanistan”.
Con specifico riferimento ai minori, auspichiamo in particolare che:
· vengano facilitate e accelerate le procedure di ricongiungimento familiare dei minori afgani ai familiari soggiornanti in Italia nonché il ricongiungimento dei familiari ai minori non accompagnati afgani soggiornanti in Italia che ne facciano richiesta;
· i corridoi umanitari che auspicabilmente saranno avviati per consentire l’ingresso sicuro di cittadini afgani includano anche i minori non accompagnati, fino ad oggi generalmente esclusi da questi canali sicuri da Paesi extra-UE pur essendo tra i soggetti più vulnerabili in assoluto.
Ai.Bi., Amnesty International Italia, ASGI, Caritas Italiana, Centro Astalli, CeSPI, Consiglio Italiano per i Rifugiati – CIR, CISMAI, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza – CNCA, Defence for Children International Italia, Emergency, INTERSOS, Oxfam Italia, Salesiani per il Sociale, Save the Children Italia, SOS Villaggi dei Bambini, Terre des Hommes