da Il Redattore Sociale di Ambra Notari
Parla il nuovo presidente Gianfranco Visci: tra le priorità del suo mandato, riconoscere i bambini e gli adolescenti come portatori di diritti, tutelare chi ha subito abusi e maltrattamenti, stringere le relazioni con i territori e investire in prevenzione e socialità
Riconoscere i bambini come portatori di diritti: è questa la priorità di Gianfranco Visci, nuovo presidente Cismai. Visci è pediatra e neuropsichiatra: una novità, per il Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia, considerato che tutti i suoi predecessori hanno sempre avuto radici nell’area psicologico-sociale. Una candidatura, quella di Visci, fortemente caldeggiata da Gloria Soavi, presidente uscente che ha guidato il Cismai gli ultimi 6 anni, dunque anche attraverso Bibbiano e la pandemia.
“Raccolgo un’eredità importante: negli ultimi anni sono nate numerose collaborazioni e tante altre sono diventate ancora più strette, Cismai si è seduto a molti tavoli, ha partecipato alla stesura di convenzioni e proposte”, riassume Visci. Come detto, pilastro fondamentale del suo mandato, sarà proprio la battaglia perché i bambini vengano definitivamente riconosciuti come portatori di diritto. “Nel codice di procedura penale è elencata una serie di enti che tutelano i diritti: tra questi, c’è l’Ente nazionale di protezione animali – giustamente – ma non l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. Siamo immersi in una cultura che considera i figli esclusivamente come figli dei genitori ma non come soggetti di diritto, convinzione che comporta una serie di ricadute, come la vicenda Bibbiano ha dimostrato”.
“Tra i bambini non possiamo dimenticare quelli che soffrono maggiori disagi, quelli che, soprattutto in questi ultimi mesi, sono stati colpevolmente trascurati. Il Covid ha steso un velo su tante realtà familiari fragili, ma le conseguenze di quella cecità ora ci si parano davanti in tutta la loro violenza, con le cronache piene di episodi di violenza di genere, di violenza assistita, di femminicidi e di figlicidi”. Riaffermazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti, tutela di chi ha subito maltrattamenti e abusi sono i primi due punti programmatici.
Il terzo è la stretta collaborazione con i centri e i singoli soci: “Grazie alla tecnologia, possiamo far sentire la nostra vicinanza alle realtà locali, ai consigli regionali. Ho già incontrato Piemonte e Campania, presto ci confronteremo anche con tutti gli altri. Ritengo questo passaggio fondamentale: sono loro a dover affrontare e scontare, in prima persona, le difficoltà, i pregiudizi, i confronti e gli scontri quotidiani”.
Alla base, i valori. “Sono sempre stato convinto che ciò che dà forza a un’associazione sia il suo battersi in maniera decisa per i valori, per poi portare avanti istanze specifiche. È per questo che, per prima cosa, è necessario intervenire sul welfare: è imprescindibile dar vita a un sistema di welfare che garantisca scuole, salute, assistenza sociale. Senza, non sarà mai possibile fare una vera politica dei redditi. È questo lo slogan che cercherò di portare avanti”.
Sono ancora due, le parole chiave di Visci: prevenzione e socialità a contrasto della violenza assistita e diretta. La prevenzione, tema molto sentito in Cismai, che sempre ne denuncia l’assenza in materia di abusi e maltrattamenti su minori, è cruciale: “Negli ospedali in cui ho lavorato ho sempre scelto di stringere relazioni con le scuole di specializzazione e le università perché inserissero moduli formativi per personale medico e infermieristico ad hoc: come riconoscere segni e segnali di abusi e maltrattamenti? Come trattarli? Non solo: sono convinto sia fondamentale intervenire sui fattori di rischio. Faccio un esempio: perché non implementare e strutturare lo strumento dell’homevisiting che, dove sperimentato, sta dando ottimi risultati? Vedere e parlare con i genitori durante la gravidanza e nelle prime settimane di vita favorisce un rapporto di genitorialità adeguata. Interventi spot o telefonici sono qualcosa di ben diverso”.
Infine, la socialità, aspetto su cui si è molto discusso in questi mesi di emergenza sanitaria. Da dove ripartire, in questa fase 3?: “Per prima cosa, dobbiamo assicurare ai bambini la socialità. Hanno sofferto e continuano a soffrire molto la mancanza degli altri bambini. I bambini con una problematicità – propria o in famiglia – poi, hanno sofferto più di altri. È la scuola il pilastro fondamentale, per questo va spinta fino all’ultima goccia di possibilità la ripresa dell’attività scolastica. Certo con tutte le tutele, ma forti della certezza scientifica che i bambini sono stati quelli che, sul piano clinico, hanno subito meno la pericolosità del Covid. Sicuramente – e ora parlo da medico – dovrà essere condotta una campagna di vaccinazioni anti-influenzale a tappeto, perché rafforzare le difese immunitarie può limitare anche i malanni stagionali che potrebbero limitare la frequenza a scuola. Un’ultima considerazione: tutelare i diritti dei bambini significa anche tutelare i diritti dei genitori e delle madri, soprattutto. In questo senso vedo negli asili nido aziendali il futuro, sia per favorire orari compatibili, sia per valorizzare il lavoro delle mamme. In questo modo si ridurrebbero anche le spese degli enti locali e si favorirebbe la frequenza scolastica”.