Niente ergastolo, stretta abusi su minori. Riforma penale vaticana

Le nuove norme si adeguano alle legislazioni internazionali e introducono nuovi reati, come la tortura. Il massimo della pena sarà la reclusione da 30 a 35 anni.

Ma è significativa soprattutto la nuova categoria dei delitti contro i minori. Tra i nuovi reati introdotti: la vendita, la prostituzione, l’arruolamento e la violenza sessuale in loro danno; la pedopornografia; la detenzione di materiale pedopornografico; gli atti sessuali con minori. Si tratta, in sostanza, di un ulteriore passo avanti nella lotta contro gli abusi sessuali, fortemente voluta da Benedetto XVI nel suo Pontificato e che Francesco vuole proseguire. Le nuove norme infatti non si applicano soltanto ai funzionari e ai dipendenti della Curia romana, ma anche ai nunzi apostolici e al personale di ruolo diplomatico della Santa Sede, nonché ai dipendenti di organismi e istituzioni collegati alla Santa Sede indipendentemente dal fatto che si trovino sul territorio dello Stato della Città del Vaticano. Di forte rilievo anche le nuove disposizioni in tema di corruzione. il riciclaggio di denaro e il terrorismo internazionale. Attuate inoltre diverse Convenzioni internazionali. Nelle nuove leggi penali varate, sottolinea una nota vaticana, «il titolo dei delitti contro la pubblica amministrazione è stato rivisto, in relazione alla Convenzione delle Nazioni Unite del 2003 contro la corruzione». La Convenzione prevede sanzioni molto severe a tutela della correttezza dei comportamenti pubblici. Così, «sono stati potenziati i poteri cautelari a disposizione dell’Autorità giudiziaria con l’aggiornamento della disciplina della confisca, potenziata dall’introduzione della misura del blocco preventivo dei beni». Inoltre sono state introdotte anche figure criminose relative ai delitti contro l’umanità, cui è stato dedicato un titolo a parte: si sono previste, tra l’altro, la specifica punizione di delitti come il genocidio e l’apartheid, sulla falsariga delle disposizioni dello Statuto della Corte penale internazionale del 1998. Infine – in conformità con quanto stabilito dal diritto internazionale – è stato esplicitamente previsto il delitto di tortura. Con il Motu Proprio firmato oggi da Papa Francesco, inoltre, «in linea con gli orientamenti più recenti in sede internazionale» è stato introdotto «un sistema sanzionatorio a carico delle persone giuridiche, per tutti i casi in cui esse profittino di attività criminose commesse dai loro organi o dipendenti, stabilendo una loro responsabilità diretta con sanzioni interdittive e pecuniarie».

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