Prostituzione minorile in Campania: la posizione del Cismai

In queste ultime settimane in Campania i media hanno scelto di dare molto risalto ad episodi di prostituzione che vedono come vittime a Napoli, in centro, nei presi della stazione, bambini anche molto piccoli. La posizione del Cismai.

In queste ultime settimane in Campania i media hanno scelto di dare molto risalto ad episodi di prostituzione che vedono come vittime a Napoli, in centro, nei presi della stazione, bambini anche molto piccoli: era già accaduto alcuni anni fa ora di nuovo emerge con orrore un fenomeno agghiacciante, sotto gli occhi di tanti che volgono lo sguardo altrove. I minori prostituiti, bambini o adolescenti che siano, e in speciale modo quelli immigrati, sono maggiormente vittime poiché al trauma della violenza fisica e sessuale si aggiungono quelli della riduzione in schiavitù, dell’essere condannati ad una vita ai margini, con scarse o nulle prospettive di essere “visti” e di poter vedere riscattata la propria identità ed integrità psicofisica. Il CISMAI Campania – d’intesa con il CISMAI nazionale – esprime allarme ed indignazione, segnala la gravità di quanto sta accadendo e chiede alle Istituzioni che hanno un esplicito mandato di tutela sociale e giudiziaria, in primis il Comune, la Regione, la Procura Minori, di tenere alta l’attenzione su questo fenomeno, tenendo presenti alcuni aspetti essenziali: è necessario un intervento chiaro a tutela delle piccole vittime, bambini ed adolescenti, maschi e femmine; i casi che emergono sono presumibilmente una parte minima rispetto alla reale entità del fenomeno; la prostituzione minorile è un reato che aumenta con l’aggravarsi della povertà nelle famiglie e pertanto, mentre si agisce giudiziariamente per contrastarle, occorre pensare e mettere in atto efficaci politiche di prevenzione; l’abuso perpetrato da estranei è una minima parte rispetto a quello agito all’interno delle mura domestiche, molto più difficilmente comunicabile dalle piccole vittime legate e confuse dai vincoli familiari con gli autori. Riteniamo che – finito il clamore e le emozione legati all’orrore – per contrastare questo fenomeno sia importante che gli interventi di tutela dei bambini e di contrasto alla violenza debbano svilupparsi con efficacia e continuità, invertendo la rotta rispetto a questo tempo in cui drammaticamente i servizi di prevenzione, protezione e cura sono precari e spesso smantellati per l’assenza di fondi economici continuativi. Il contrasto alla violenza si regge su una “rete di servizi” vicini, accoglienti, competenti, continuativi, in grado di ascoltare, proteggere, curare e sostenere la piccola vittima ed i familiari protettivi. In queste situazioni di prostituzione i bambini vivono molteplici violenza, aggravate anche dalle condizioni di migrazione. Gli interventi di aiuto non si reggono sul clamore e sulla forza ma sulla costruzione ed il rinforzo di reti attente e soccorrevoli, disposte a stare dalla parte dei bambini contrastando e, quando possibile curando, gli adulti che commettono gravi abusi su di loro. Per sviluppare quanto è stato costruito negli anni sul territorio a protezione dell’infanzia maltrattata si chiede alle Istituzioni che – accanto ai necessari ed urgenti provvedimenti di repressione e vigilanza – si impegnino maggiormente ad aprire un fronte di intervento perché l’intero contesto comunitario possa essere in grado di assumersi responsabilmente la tutela e la protezione dei più piccoli sul fronte di:

sensibilizzazione e diffusione di informazioni e competenze che orientino il mondo degli adulti; connessioni tra percorsi di cura e percorsi di tutela giudiziaria perché i diritti dei bambini possano essere fatti valere anche attraverso una Giustizia attenta nei modi e nei tempi alle esigenze delle piccole vittime; sostegno agli educatori e agli operatori nel loro ruolo di antenne sensibili del territorio e capaci di adeguata protezione.

Napoli, 30 luglio 2013

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