Report incontro Quirinale sul tema dei neomaggiorenni che escono da percorsi di tutela

Monica Romei, come rappresentante del Cismai, insieme ad Andrea Cippone e Lucia Fattori, è stata ricevuta il 30 novembre dalla Segreteria del Presidente della Repubblica per discutere la proposta riguardante l’integrazione nel mondo del lavoro dei neomaggiorenni fuori famiglia che escono da percorsi di tutela (in comunità, case famiglia, affido). Si è discusso il faticoso iter che dal 2008 tenta di far emergere le necessità di leggi specifiche per favorire l’inserimento lavorativo per questa categoria di ragazzi, trovando diversi interlocuotri tra deputati e senatori, sensibili alla situazione, ma senza addivenire ad una soluzione definitiva in campo legislativo. Ad oggi, è stata respinta la proposta di far inserire nell’approvazione della Legge di Stabilità due emendamenti che riguardano le agevolazioni per l’inserimento lavorativo dei neomaggiorenni fuorifamiglia, per cui gli emendamenti proposti insieme con altri emendamenti di diversa natura sono tutti stati bocciati. Come rappresentante CISMAI, Monica Romei ha fatto riferimento ai diversi enti, soci del Coordinamento e che si occupano di accoglienza di minori fuori famiglia, e ha riportato i dati emersi nelle recenti ricerche di cui il CISMAI è partner per segnalare la necessità di continuare a prendersi cura di questi ragazzi, sostenendo il loro percorso di autonomia (Terre des Hommes ‘Il maltrattamento all’infanzia è una questione di salute’, novembre 2016; Ricerca qualiquantitativa sul maltrattamento in Italia, 2015). Inoltre, come emerge nell’ VIII Rapporto sulla Convenzione dei Diritti dell’Infanzia, in Italia circa 20.000 minori sono collocati fuori famiglia, di cui il 67,7% sono ragazzi tra gli 11 e i 17 anni, dato che dovrebbe sollecitare il legislatore ad intervenire con strumenti ad hoc per supportare l’autonomia e l’emancipazione di questi ragazzi. La Segreteria del Presidente della Repubblica ha chiesto maggiori informazioni sul perchè gli emendamenti riguardanti i neomaggiorenni fuori famiglia sono stati bocciati e ha promesso di mettere il Cismai in comunicazione con l’Agenzia Nazione sul lavoro per intessere una possibile relazione con questo Ente in via di costituzione.