Requisiti minimi degli interventi nei casi di violenza assistita da maltrattamento sulle madri

23 Giugno 2017

Sala del Parlamentino

 

La Presidente CISMAI Gloria Soavi apre i lavori della giornata con i ringraziamenti all’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza.

I minori vittima di violenza assistita rappresentano una realtà ancora ampiamente sottovalutata. Sono coloro che vivono direttamente la violenza sulle proprie madri e sono coloro che provano paura e senso di colpa, rabbia e frustrazione esponendosi, loro malgrado, a modelli di adulto decisamente lontani da quanto vorremmo.

Questa tipologia di violenza rappresenta la seconda forma di maltrattamento più diffusa nel nostro paese.

1 bambino su 5

Purtroppo non essendoci un monitoraggio puntuale abbiamo a disposizione delle stime che, in quanto tali, sottostimano il fenomeno. I numeri sono sicuramente molto più ampi.

Il tema della violenza assistita è un tema caro alla nostra Associazione che tanto ha lavorato sul tema, per definirla, osservarla e conoscerla al meglio producendo delle linee guida specifiche.

Ad oggi nonostante una maggiore attenzione e una maggiore competenza espressa dai professionisti e dalle istituzioni siamo molto lontani da un risultato utile. Il fenomeno è ancora eccessivamente minimizzato e oggetto di resistenze culturali, anche tra i professionisti.

La revisione delle linee guida è stata rilevata come una necessità di aggiornamento post Istanbul.

Queste linee guida 2017 rispondono meglio ai fenomeni attuali con un accento particolare al dilagare del fenomeno del femminicidio e dei conseguenti orfani speciali.

Si affronta con queste linee guida un aspetto più ampio di protezione, trasversale e più mirata alla protezione del minore coinvolto. Accento puntuale è posto sulla cura conseguente al trauma. Le carenze oggettive di risorse non aiutano in alcun modo a far fronte al problema.

Altro elemento di attenzione è la prevenzione come chiave di assoluta protezione dei minori e delle loro madri.

L’approccio multidisciplinare è la dimensione metodologica che si richiama con forza, indispensabile.

La Presidente chiude il proprio intervento ringraziando la Commissione Scientifica che ha curato queste linee guida e il Direttivo CISMAI.

 

FILOMENA ALBANO – Garante Diritti Infanzia e Adolescenza

La dott.ssa Albano esordisce con la definizione di violenza assistita al fine di aver tutti chiaro di cosa si tratta e che questo fenomeno non si confonda con altro e venga conseguentemente estremamente sottovalutato.

La Garante, come la Presidente CISMAI, evidenzia la mancanza di dati e di un monitoraggio puntuale, elemento di estrema vulnerabilità del sistema.

Lo stesso sistema di welfare non è in questo momento adeguato a sostenere le necessità conseguenti il fenomeno di violenza assistita, in chiave di prevenzione, protezione nonché cura e trattamento.

La dimensione sanitaria nonché giudiziaria devono attrezzarsi per far fronte alla problematica.

Un ulteriore accenno da parte della Garante è posto sull’ascolto dei minori vittime di violenza, elemento strategico e determinante.

La Garante saluta e augura una buona prosecuzione dei lavori di questa giornata.

 

ROBERTA LUBERTI

L’avvio dell’intervento della dott.ssa Luberti vede una citazione della luminare De Zulueta associando tortura a violenza domestica evidenziando la forza con cui questa violenza attraversa le generazioni toccando aspetti famigliari, comunitari, sociali.

L’assenza di cura di questi bambini a dispetto delle Convenzione Internazionali ratificate dal nostro Paese è determinante l’incapacità di far venire meno al fenomeno della violenza anche in chiave di politica internazionale.

Viene richiamato il modello ecologico come riferimento delle attivazioni sul tema.

La dott.ssa Luberti richiama la collaborazione storica nella stesura delle prime linee guida tra Centri Antiviolenza e soggetti che si occupavano di minori nello specifico.

Dal 2003 la violenza assistita entra nei Piani Infanzia Nazionali.

I fenomeni di negazione, sottovalutazione e colpevolizzazione delle vittime amplificano il fenomeno rendendolo ancora più allarmante.

I programmi di sensibilizzazione vanno fatti per contrastare la frequente qualificazione della violenza di genere quale conflittualità famigliare, il mancato riconoscimento della violenza assistita sui minori e sottovalutazione della pericolosità, elementi ampiamente descritti nel documento.

Le linee guida evidenziano la gravità di questa tipologia di violenza.

La dott.ssa Luberti cita dal documento le definizioni con particolare riguardo agli “orfani speciali” come parte nuova inserita nella revisione di queste linee guida.

Si procede con l’illustrazione dei contenuti delle linee guida con focus specifico sugli effetti della violenza assistita sul minore.

 

PETRA FILISTRUCCHI

La dott.ssa Filistrucchi apre il proprio intervento sui temi della garanzia dei diritti dei bambini vittime di questi fenomeni.

Si cita la sezione della rilevazione del documento auspicando l’interazione multidisciplinare negli interventi.

Il sistema esprime scarsissima competenza e appunto integrazione degli interventi evidenziando una preoccupante frammentazione.

Si evidenzia la necessità di competenze specialistiche nella tutela, cura, trattamento di donne e minori.

Il rischio è che i diritti di madri e figli siano costantemente calpestati.

È indispensabile mettere al centro la vittima come obiettivo ineludibile.

Serve condividere un linguaggio e un approccio, culturale e non solo, partendo dalla Convenzione di Istanbul e dalla stigmatizzazione della violenza sulla donna. Da qui è possibile rilevare la violenza assistita.

Le richieste di aiuto non sono sempre dirette ed esplicite quindi la predisposizione attiva della rilevazione deve diventare elemento di competenza, non solo del singolo.

Deve essere messo a fuoco la dimensione dinamica della violenza e non l’episodicità o quella che così viene poi descritta, sottovalutando l’evoluzione degli eventi puntuali.

L’assenza di specializzazione non aiuta il sistema socio sanitario nonché giuridico a supportare la causa dell’emersione della violenza assistita come fenomeno di allerta determinante.

L’assenza di una adeguata protezione deriva da una continua incapacità di rilevare queste situazioni.

 

ANNA COSTANZA BALDRY

La dott.ssa Baldry esordisce evidenziando la valenza numerica degli “orfani speciali”, estremamente rilevante e drammatica. Si sottolinea la necessità di attenzione anche alle vittime “over 18” che non presuppone l’assenza degli aspetti traumatici e delle conseguenti necessità di cura.

Si cita la proposta di legge sugli “orfani di crimini famigliari”.

La letteratura internazionale non aiuta. L’Italia è in questo momento l’unico paese in fase di studio di una proposta di legge specifica. Siamo tra i primi ad aver promosso una rilevazione campione sul tema degli orfani speciali.

La mancata tutela della madre all’origine di questo assurdo fenomeno, dove l’orfano speciale assume una categorizzazione complessa proprio perché è il padre autore della violenza omicida. Le definizioni nei casi di femminicidio sono particolarmente complesse.

Come negli interventi precedenti la dott.ssa Baldry rimarca la necessità della formazione e l’acquisizione di competenze precise.

Un accenno finale è posto sui fattori di protezione e fattori di rischio prima, durante e dopo l’avvenimento traumatico puntuale, con particolare attenzione al dopo.

Si chiude l’intervento con un riconoscimento al lavoro del CISMAI sul tema della violenza assistita e un appello al Garante per una attenzione specifica da parte della politica.

 

SANDRA SICURELLA

La dott.ssa Sicurella cita la ricerca CISMAI/Università di Bologna (integrare dipartimento).

Gravità età e tempo di esposizione alla violenza rappresentano dimensioni determinanti gli effetti sui minori della violenza assistita.

Distinzione conflitto/violenza

Anche in questo intervento la sottolineatura delle competenze degli operatori coinvolti è fortemente determinante, strategico e indispensabile.

Le criticità in evidenza sono legate alla diffidenza del minore, alla sua capacità di affidarsi; la collaborazione da parte delle famiglie; il consenso del padre per la presa in carico dei minori.

È presente una carenza di risorse strumenti e supporto istituzionale, compresa la difficoltà di comunicazione con l’Autorità Giudiziaria

 

 

A chiusura degli interventi programmati si apre la Tavola Rotonda coordinata dalla Prof.  Patrizia Romito  dell’Università di Trieste, che ha visto gli interessanti contributi di: Gianmario Gazzi, Presidente Cnoas, Titti Carrano Presidente DiRe, Fulvio Giardina Presidente CNOP, Vanna Iori, Commissione Bicamerale Infanzia, Raffaella Milano Save The Children, Giuliana Astarita dell’Unione Camere Minorili

 

Chiusura dei lavori a cura dell’Onorevole Sandra Zampa

L’Onorevole Zampa ringrazia organizzatori e partecipanti e in specifico Gloria Soavi, Presidente CISMAI, per l’impegno e la determinazione che la contraddistingue. Le difficoltà espresse in questa giornata sono note. La ragione della mia presenza qui, a fianco a CISMAI, è la sottoposizione di una proposta di legge specifica. Serve un lavoro “dentro e fuori” dalle Istituzioni. Sono necessarie le competenze di chi come CISMAI esprime la concretezza oltre che la conoscenza del tema. Come affrontare il problema è stato ampiamente esplorato oggi. La proposta di legge nasce dalla volontà di fare un passo avanti, nonostante le ratifiche dei documenti internazionali. Serve inoltre una sottolineatura sul fatto che la violenza sui minori è un problema di salute pubblica, al di là dei numeri. Sui numeri, sui dati, persiste un problema significativo. Il sommerso è non stimabile ma evidentemente troppo ampio. Serve lavorare sulla cultura del paese, tra prevenzione e cultura appunto. Serve andare oltre le sottovalutazioni per essere sempre più efficaci. Serve andare oltre il portato culturale della rimozione. Rimuovere è anche politico: siamo distanti dalla legittimazione del bambino come soggetto di diritto. La negazione dell’esistenza di questi diritti come subordinati alla “famiglia” evidenzia quanta strada c’è ancora da fare. Viene auspicata una indagine conoscitiva sul tema perché si perseguano gli obiettivi politico istituzionali legati alla proposta di legge.

 


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video violenza assistita

 


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