Sono 473 i “figlicidi” negli ultimi 10 anni Affidi da estendere

Da LA STAMPA

di Paolo Russo

 

Laura ha 14 anni quando la mamma la convince a prostituirsi per ripagarsi i debiti.
Fino all’ultimo cerca di proteggerla negando tutto agli inquirenti. Perché spesso ci si aggrappa anche a quei legami affettivi malati quando
non arriva nessuno a tenderti la mano per uscire dalla famiglia che diventa orrore.
Al buio in uno sgabuzzino Jian è un bambino cinese nato in Italia. Gioca come tutti, poi improvvisamente inizia a urlare da doversi tappare le
orecchie. E’ lo stesso grido di quando lo richiudevano al buio in uno sgabuzzino, dopo abusi di ogni tipo e percosse. Poi c’è Marco, che dall’età
di 10 anni vive in casa famiglia perché la sua troppo giovane mamma lo abbandonava anche per giorni, devastata da una vita fatta di tossicodipendenza e prostituzione. Sono storie drammatiche di chi può comunque raccontarle. Perché quando la famiglia da luogo d’amore diventa incubo bambini e ragazzi possono diventare persino vittime di una strage silenziosa. Quella che in un decennio ha spezzato 473 giovani vite.
Esistenze che si sarebbero potute salvare se qualcunofosse intervenuto strappandole a famiglie dove non potevano e non dovevano restare.
Impresa complicata in un Paese che, sull’onda lunga di Bibbiano, taglia le rette a chi dovrebbe prendere in affido questi ragazzi, non assume e non
forma adeguatamente gli assistenti sociali e propone in Piemonte una legge «zero allontanamenti». Non basta il sostegno economico alle famiglie in difficoltà per risolvere i problemi drammatici che fanno scattare i provvedimenti di allontanamento dei minori: non vengono mai adottati
per motivi di povertà delle famiglie di origine, ma per la sicurezza dei loro giovani figli, messa a repentaglio da tanti fattori, come tossicodipendenze gravi e disturbi psichici che rendono impossibile ai genitori ricoprire il loro ruolo. O violenze domestiche e abusi sessuali. E se si disinveste nei
servizi di accoglienza e tutela sociale dei ragazzi, molti finiscono per non avere il coraggio di denunciare. Per paura di restare senza alternative a
quella vita di abbandono e violenza che rischia di segnarli per sempre. «L’Italia è uno dei Paesi europei con la più bassa percentuale di minori allontanati dalle famiglie e dati in affido, ma purtroppo l’età dei ragazzi si è alzata, qualcosa si è spezzato e interveniamo quando è troppo tardi perché
hanno già assorbito troppo malessere», confessa Emanuela Rossini, deputata del gruppo misto, impegnata nella battaglia per non lasciare
soli questi giovani, che a 18 anni si ritrovano senza più tutele. Lo Stato smette di erogare i 750 euro al mese che mediamente spettano alle famiglie affidatarie, così come non sostiene più le strutture di accoglienza. Per ciascun ragazzo ricevono rette che, dopo le ultime sforbiciate, vanno dai 118 euro al giorno del Veneto fino ai 69 del comune di Roma.

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