La Fondazione emiliano romagnola per le vittime dei reati, attiva dal 2004, offre sostegno a adulti e bambini vittime di gravi reati dolosi. C’è la storia di Federica, adolescente, costretta alla prostituzione dai propri genitori “per sostenere la famiglia”, e quella di Sara, che ancora non conosce l’alfabeto ma riconosce la violenza nella mano del papà che si abbatte sulla mamma, fino all’ultima sera, definitivamente. C’è la vicenda del piccolo tunisino che il padre ha riportato nel paese d’origine per nasconderlo alla madre dalla quale si stava separando, ennesimo sopruso contro la donna e il bambino, e quella di Marika e Andrea, abusati per anni dal compagno della mamma fino a quando la cosa è emersa e la donna ha trovato il coraggio di separarsi e denunciare.
Ci sono poi i reati – la maggior parte, nelle istanze presentate – dove la vittima più diretta è la moglie o compagna di un uomo maltrattante ma i figli minori sono comunque coinvolti, anche quando non in modo diretto. La violenza è nell’aria che respirano, nella paura che li immobilizza nella loro stanza mentre di là volano piatti e parole, nell’ansia che li sveglia di notte o nella rabbia di riconoscersi sempre diversi dagli altri bambini e ragazzi perché papà non versa i soldi del mantenimento, o li ha bevuti al bar anche questa sera, e anche una gita scolastica diventa una montagna da scalare.
Anche per loro, dieci anni fa, è nata la Fondazione emiliano romagnola per le vittime dei reati, una iniziativa condivisa da Regione Emilia-Romagna, Province, Comuni capoluogo. Presieduta dal senatore Sergio Zavoli, la Fondazione interviene rapidamente in soccorso di chi subisce gravissimi reati dolosi, anche immediatamente dopo il fatto. Presupposto dell’intervento è dunque che un reato sia stato commesso e, se ancora non è stata pronunciata una sentenza, occorre quantomeno che il reato sia accertato nella sostanza: una denuncia dettagliata, un rinvio a giudizio, un ordine di protezione, i segni evidenti del trauma – o un reato che si dimostra da sé, come è appunto l’omicidio. Ulteriore presupposto è la competenza territoriale: gli aiuti vengono erogati in seguito a reati commessi in Emilia Romagna, anche nei confronti di persone non residenti, oppure subiti da cittadini emiliano romagnoli, anche fuori regione.
Gli aiuti offerti sono di tipo economico e si basano su un’istanza presentata dal Sindaco del Comune di residenza o dove è avvenuto il fatto. Il loro scopo è sostenere la persona nel far fronte alle conseguenze del reato.
In materia di minori la Fondazione può sostenere gli studi del bambino rimasto orfano per la morte violenza di un genitore o coprire spese sanitarie o psicoterapeutiche per chi ha subito maltrattamenti o abusi; può incoraggiare un percorso di autonomia per un adolescente ormai prossimo alla maggiore età e allontanato dalla famiglia in quanto vittima di gravi reati, oppure dare una mano ad una mamma – e tramite lei ai bambini – che sceglie di interrompere la relazione violenta nella quale vive.
In tutti questi casi l’aiuto offerto dalla Fondazione non è esclusivo e si inserisce nella rete della tutela realizzata da enti locali, servizi di supporto psicologico, terzo settore, famiglie allargate. Lo scopo è raggiungere chi ne ha più bisogno con un segno di solidarietà concreta, dare riconoscimento e legittimità alle esigenze delle giovani vittime, sgravare di un poco quel peso che l’essere colpiti da un gravissimo reato inevitabilmente preme su spalle ancora troppo piccole.
Per ulteriori informazioni:
http://www.regione.emilia-romagna.it/fondazione-per-le-vittime-dei-reati