La definizione dei “criteri” relativi alla rilevazione delle competenze genitoriali ed alla possibilità di recupero delle medesime è riferita “a tutte le forme di cattiva salute fisica e/o emozionale, abuso sessuale, trascuratezza o negligenza o sfruttamento commerciale o altro che comportano un pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, per la sua sopravvivenza, per il suo sviluppo o per la sua dignità nell’ambito di una relazione caratterizzata da responsabilità, fiducia o potere “ (Consultation on Child Abuse and Prevention dell’OMS 1999 e rapporto OMS del 2002).
Le linee-guida mettono in luce le aree di indagine risultate più efficaci per la valutazione delle possibilità di recupero delle competenze genitoriali a partire dal mandato prescrittivo fornito dall’autorità giudiziaria (tribunale per i minorenni e/o tribunale ordinario).
Come affermato nel documento CISMAI “ Requisiti minimi dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia”
l’intervento “si differenzia da un lavoro peritale in quanto si configura come diagnosi dinamica e consiste
nella valutazione della risposta agli input di cambiamento, necessaria alla formulazione di un parere prognostico”. Il tempo previsto per lo svolgimento dell’intervento valutativo si situa orientativamente intorno ai 6 mesi.